Naturalmente, come si potrebbe facilmente intuire, entrambe le generazioni subirebbero una riduzione dello stipendio che, per entrambi i dipendenti coinvolti, equivarrebbe al 75% dello stipendio pieno.
► I SUICIDI DELLA CRISI ECONOMICA
La soluzione, che giudichiamo scandalosa per intelligenza e lungimiranza, consisterebbe, in maniera molto semplice ed intuitiva, nel proporre a tutti i dipendenti padri assunti a tempo pieno ed indeterminato la riduzione dell’orario di lavoro, che passerebbe da 40 a 30 ore settimanali, allo scopo di assumere, grazie alle risorse in questo modo risparmiate, i figli degli stessi che, naturalmente, godrebbero dell’incredibile opportunità di sottoscrivere, già a partire da settembre 2012, un contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato.
► RECORD FALLIMENTI PMI NEL 2011
Naturalmente, come si potrebbe facilmente intuire, entrambe le generazioni subirebbero una riduzione dello stipendio che, per entrambi i dipendenti coinvolti, equivarrebbe al 75% dello stipendio pieno.
► POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DELLA CRISI ECONOMICA
La questione, a questo punto, diventa molto chiara e semplice e già divide coloro i quali credono che la proposta della Nestlè contribuirà ad aumentare la povertà e la precarietà delle famiglie italiane e coloro i quali credono, invece, che la proposta della Nestlè contribuirà a creare posti di lavoro e a far convivere, nella stessa azienda, generazioni divenute incompatibili, letteralmente incompatibili, a causa delle novità introdotte dal Governo Monti sia in relazione alle pensioni che al mercato del lavoro.