Sempre più una chimera il lavoro a tempo indeterminato per i giovani. Il diploma resta il criterio di formazione più valutato mentre perde punti la laurea sempre meno importante in termini di occupazione.
In un periodo di crisi estrema sopratutto per quanto concerne la disoccupazione giovanile, si prova a stilare una pseudo classifica di quali sono i lavori e le professioni che riescono ad occupare gli under 30 e contrastare il trend negativo. Secondo l’elaborazione di Datagiovani su fonti Unioncamere, tra i mestieri che contrastano la crisi abbiamo al primo posto del ranking nazionale stabili gli addetti alle vendite al dettaglio, un esercito di ben 23mila unità. Mentre al secondo e terzo posto troviamo magazzinieri e camerieri entrambi per un numero che si aggira intorno alle 6mila unità. Poi a seguire con oltre 5mila addetti troviamo impiegati e segretari, mentre vicini a quota 3mila ci sono informatici, cuochi e contabili.
Tra le professioni più “giovani” del 2012 troviamo gli acconciatori (79%), gli addetti agli sportelli assicurativi, bancari e intermediari finanziari (67% delle assunzioni totali) e i baristi (59%). La classifica invece inversa dove c’è la ricerca dell’ under 30 ma difficilmente si trova sono analisti e progettisti software, seguiti dagli stessi acconciatori di cui sopra, ma questa volta il motivo è perchè non si trovani giovani con formazione e esperenza adeguata.
Tra i titoli di studi che vengono di più considerati resta in cima il diploma (48%), sopratutto in formazione ad indirizzo amministrativo-commerciale, meccanico, turistico-alberghiero e informatico. La laurea è richiesta solo nel 15,4% dei casi e quelle più gettonate sono in economia, ingengeria o medicina. Mentre per un 10% delle assunzioni resta sufficiente una qualifica professionale. Sembra quasi una beffa nei confronti di chi ha puntato ad una formazione di tipo accademica con la complicità delle stesse università non in grado a formare figure professionali in linea con le funzioni pratiche aziendali.
Infine c’è da sottolineare la situazione contrattuale tipo che si instaura tra giovane e azienda. Il sogno del lavoro a tempo indeterminato scende a quota 33% contro il 37% del 2011, salgono i contratti a tempo determinato (40%) e apprendistato (22%). In netta crescita le assunzioni part-time che fanno segnare un ottimo trend quasi di 6 punti superiore al dato del 2011.