Necessità di creare un codice che rappresenti la base della legislazione tributaria.
Cesare Glendi, professore ordinario di diritto processuale civile presso l’università di Parma e padre del processo tributario ha definito proprio questi punti.
Si dovrebbe partire dalla base dello Statuto del contribuente (legge 212/2000), che dovrebbe trasformarsi da un episodio importante della nostra legislazione tributaria a un fondamento, una premessa di un’opera di codificazione generale.
Anche Gianni Marongiu, docente e ideatore dello Statuto, è dello stesso parere di Glendi, cioè scrivere finalmente in Italia un codice tributario e trasformare lo statuto nei principi generali del codice. Infatti ad oggi l’Italia è l’unico paese in Europa che non ha una codificazione tributaria organica.
Adriano Di Pietro, professore di diritto tributario all’università di Bologna, però racconta che qualcosa di muove già in questo senso, infatti lui è impegnato in un gruppo che coinvolge tutti i professori di diritto tributario in un’opera di codificazione, una riorganizzazione legislativa che passi attraverso diversi livelli.
Si partirebbe ovviamente dai principi generali, le disposizioni comuni che coinvolgerebbero tutte le imposte, fino alla normativa di settore e alla deregolamentazione.
Tuttavia secondo gli esperti un passo avanti è già stato fatto con la risoluzione del Cpgt n. 5 dello scorso 27 aprile, con il provvedimento che stabilisce sia garanzie per i giudici che tranquillità per i contribuenti.