Corrado Passera, in qualità di AD di Intesa Sanpaolo, avrebbe commesso abuso di diritto per circa 2 miliardi di euro.
L’uscita, così drastica e perentoria, non solo non è piaciuta ai cittadini, consapevoli della durezza dei tempi che li attendono, bensì nemmeno agli analisti che ravvisano come nelle parole del ministro vi sia, se non una vera e propria manifestazione di ipocrisia, una certa mancanza di onestà intellettuale e finanziaria.
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Si perché il Ministro Corrado Passera, nell’ex ruolo di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, uno dei principali istituti di credito italiani, avrebbe evaso molti miliardi di euro.
I contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, che secondo quanto si può evincere dalla lettura degli ultimi bilanci consolidati della banca, in particolare quelli pubblicati a inizio 2011 e relativi all’esercizio 2010, sarebbero molte centinaia, ammonterebbero a circa 1,6 miliardi di euro la maggior parte dei quali, ovverosia circa 1,4 miliardi di euro, a carico della sola capogruppo.
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Intesa Sanpaolo, secondo quanto dichiarato dagli uomini del Fisco, si sarebbe macchiata, in particolar modo, del reato di “abuso di diritto”.
Questo reato si configura quando un soggetto, abusando della normativa vigente, compie operazioni finanziarie, perfettamente legali, con l’unico scopo di pagare meno tasse, ovverosia, in maniera contorta e macchinosa, di compiere una raffinata evasione fiscale del sostanzioso valore, in questo particolare caso, di ben 1,6 miliardi di euro.