Il governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta ha appena reso ufficiale la proroga a (quasi) tutti gli ecobonus e le agevolazioni fiscali relativi agli interventi di edilizia fino al 31 dicembre. Per alcune di queste agevolazioni si tratta di vere e proprie novità, per altre, invece, le regole sia nella fruizione che nella documentazione sono sempre le stesse ma c’è stata una proroga temporale. Una regola che però vale in tutti i casi esiste, vale a dire che le modalità di pagamento devono essere tracciabili. Vanno bene quindi i pagamenti effettuati con bonifici bancari, postali e assegni in modo da combattere l’evasione fiscale (leggi anche: Le stime dell’Ocse sull’economia italiana).
Le tipologie di agevolazioni
Ma, come nostra ormai consolidata buona abitudine, partiamo con ordine e iniziamo a capire come funzionano le agevolazioni fiscali sugli interventi di edilizia. Per le ristrutturazioni la proroga per ottenere le agevolazioni fiscali è di sei mesi e quindi sarà attivabile per tutte le ristrutturazioni fino al prossimo 31 dicembre. La prima considerazione da fare in merito alla questione delle agevolazioni fiscali per gli interventi di edilizia è comprendere quali interventi godono di bonus e quali no. A tal proposito possiamo affermare che godono dell’agevolazione fiscale del 50 per cento tutti i lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, risanamento, ristrutturazione edilizie e ristrutturazione urbanistica. E, inoltre: i lavori necessari dopo un terremoto, lavori su parti accessorie (come garage o barriere antintrusione), impianti di sicurezza, impianti contro l’inquinamento acustico e le bonifiche degli edifici da sostanze dannose per la salute (bonifiche da amianto in primis).
Il bonus fiscale
L’agevolazione in esame è una delle più consistenti in materia in quanto permette di ottenere addirittura il 50 per cento di sconto ed è richiedibile per spese che non superino la soglia dei 96 mila euro complessivi. La detrazione è spalmata su dieci anni e si ottiene tramite rate annuali tutte dello stesso importo. Se nell’arco dei dici anni immobile in esame viene venduto, allora sarà comunque il primo proprietario a mantenere il vantaggio fiscale per sé. Ovviamente, lo ribadiamo, la condizione di base è che ci sia un pagamento tracciabile quindi: ci vuole la fattura, un bonifico tracciabile con la causale specifica, il codice fiscale di chi effettua il pagamento, il codice fiscale o la partita Iva di chi incassa (leggi anche: I dati Istat sulla disoccupazione in Italia).