Buone notizie in merito alla questione della riforme dell’attuale legge elettorale. Ben presto, a quanto pare, l’attuale legge elettorale, il porcellum, dovrebbe andare in pensione o comunque subire modifiche tali da limitarne in misura decisa i difetti. La notizia nasce nelle ultime ore in seguito al via libera in merito ad un vertice ad hoc tra maggioranza e governo volto proprio alle modifiche della legge elettorale. E, soprattutto, si tratta di un vertice quasi obbligato perché quasi obbligate sono le modifiche stesse al porcellum dopo la bocciatura che l’attuale legge elettorale ha incassato da parte della Cassazione qualche giorno fa.
Il tipo di modifiche
Le consuete voci di corridoio ci possono aiutare a portare chiarezza in merito all’oggetto del vertice tra maggioranza e governo per la modifica del porcellum. La prima considerazione da fare in merito è che, a quanto pare, non si tratterà di modifiche epocali e stravolgimenti massicci, ma di semplici correzioni per altro limitate a quanto detto dalla Cassazione. L’oggetto della pronuncia negativa della Cassazione non è stato il porcellum in toto ma si è concentrato sul fattore del premio di maggioranza. E, di conseguenza, il parlamento lavorerà proprio sulla modifica del premio di maggioranza alla Camera (leggi anche: Il ministro Giovannini sulla disoccupazione).
La condivisione delle modifiche
Alla base della modifica dell’attuale legge elettorale vi è un’esigenza condivisa da più parti. Proprio per questo motivo possiamo affermare che vi lavoreranno quasi tutte le forze politiche rappresentate in parlamento e appare un argomento abbastanza trasversale, nel senso che non si prevedono forti attriti tra esponenti del Partito Democratico e del Popolo della Libertà. Del resto, facendo due conti, ci rendiamo conto presto che la modifica sarà molto parziale in quanto non è previsto nessun accenno a questioni come preferenze o ridefinizione dei collegi. E proprio per questo si pensa che la nuova legge elettorale ci sarà entro il mese di luglio (leggi anche: Letta sul primo mese di governo).