Questa legge è stata molto discussa e criticata, essendo una legge che riforma quasi completamente il sistema radiotelevisivo italiano.
Questa legge è stata molto discussa e criticata, essendo una legge che riforma quasi completamente il sistema radiotelevisivo italiano, rappresentando così la terza legge cosiddetta di sistema, dopo la 103 del 1975 e la legge Mammì.
Nella legge Gasparri sono previsti limiti al cumulo dei programmi e alla raccolta di risorse economiche, viene definito il Sistema Integrato delle Comunicazioni.
Viene stabilito inoltre che i soggetti non possono avere ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni, che lo switch-off dall’analogico al digitale terrestre venga portato a termine entro il 2006 (è andata un po’ diversamente).
Sono stati stabiliti anche alcuni titoli abilitativi per lo svolgimento delle attività di operatore di rete o di fornitore di contenuti televisivi o di fornitore di contenuti radiofonici. Inoltre viene anche deciso che l’autorizzazione non comporta l’assegnazione delle radiofrequenze.
Con le elezioni del 2006, Gentiloni ha fatto slittare al 2012 il passaggio totale al digitale terrestre, ed è stata modificata in molte parti la legge, che è stata anche criticata aspramente dall’Unione Europea.