Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato.
La Mammì è stata la prima legge organica di sistema che l’ordinamento italiano abbia mai avuto in materia radio televisiva.
L’intento della legge è quella di dare una legislazione minima all’Italia, attraverso l’attuazione della direttiva comunitaria 552 del 1989 C.E.E., “Televisione senza frontiere“.
La Legge Mammì si divide in 5 titoli e 41 articoli, ma quello fondamentale è il Titolo I, che richiama dei valori costituzionali. L’articolo 1 indica che la diffusione di programmi televisivi o radiofonici deve avere un carattere di interesse generale. L’articolo 2 si riferisce al pluralismo dell’informazione.
Dopo l’introduzione della legge è stato deciso di istituire un’autorità Antitrust, mentre la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il comma 4 dell’art. 15 (le concessioni a un singolo soggetto non possono superare il 25% del numero di reti nazionali previste dal piano di assegnazione e comunque il numero di tre).
La legge obbliga ogni rete ad avere un direttore diverso ed un telegiornale con un relativo direttore, vietando inoltre pubblicità durante i cartoni animati e fissando il massimo numero di spot durante la trasmissione di film.