Nella manovra non è presente alcun accenno ai tagli alle province più piccole.
Le province più a rischio erano quelle con meno di 220mila abitanti, non facenti parte di Regioni a statuto speciale e non confinanti con l’estero.
Questo tam-tam mediatico è comunque durato poco meno di due giorni, perchè nella giornata di ieri è arrivata la rassicurazione direttamente dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nella manovra non è presente alcun accenno ai tagli alle province più piccole, ha rassicurato il premier, anche se va detto che due giorni fa nel testo disponibile online gli accenni ai tagli delle province c’erano eccome.
Il presidente dell’Upi, il catanese Giuseppe Castiglione, è stato il primo a riportare le parole del presidente del Consiglio, che ieri era impegnato a Parigi.
“Ho parlato poco fa al telefono con il premier Berlusconi e il sottosegretario Letta: nella manovra non ci sarà alcuna norma che riguardi le province”, ha rassicurato Castiglione.
Nella serata, dopo molte voci contrastanti dalle diverse posizioni politiche, è arrivata la conferma da Berlusconi: nessun taglio alle province. Secondo Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori, questa retromarcia è solo l’inizio del capovolgimento del testo.