Le pene alternative al carcere fanno parte del nostro ordinamento, sono state introdotte tanti anni fa e danno ottimi risultati. Come spiega anche Gherardo Colombo, sarebbe utile per tutti conoscere i benefici economici del non delinquere più, invece di accanirsi sulla pena inflitta ai delinquenti.
Come spiega l’esperto, l’istituto delle pene alternative al carcere, nel nostro ordinamento è stato introdotto dalla Legge n. 67/2014 che prevede la sospensione del processo penale con messa alla prova per adulti (detta anche Map o Probation): un istituto già applicato nel campo del diritto penale minorile dal 1989 e che ha dato risultati molto soddisfacenti. Si svolge un lavoro di pubblica utilità e lo scopo è quello di far capire a chi ha sbagliato che ci sono dei buoni motivi per non sbagliare di nuovo. Nella maggior parte dei casi questo “gioco” riesce.
Il magistrato Gherardo Colombo, però fa notare come in Italia ci si accanisca contro chi ha sbagliato e si preferisca vedere in carcere i delinquenti senza rendersi conto che chi va in carcere, tornerà a delinquere con più probabilità di chi è affidato ad un percorso alternativo. Dice Colombo:
«Le “misure di comunità” dovrebbero essere la prima risposta alla devianza; oggi le chiamiamo “pene alternative” perché la soluzione generale è quella del carcere, ma questo è un rapporto che proponiamo di rovesciare. I lavori del tavolo si sono occupati anche del come diffondere una cultura attraverso la quale tutto questo possa essere accolto dalla cittadinanza».
In queste ultime settimane da tutti i fronti arrivano gli appelli legati alla corretta informazione sulle pene alternative.