Legge 218 del 1990.
La legge come facilmente intuibile prende il nome dal suo promotore, l’allora Ministro del Governo italiano, Giuliano Amato.
Va detto che fino al 1990 il sistema bancario del nostro paese era molto legato ancora al settore pubblico, esistevano infatti istituti di credito di diritto pubblico oltre a tre banche di interesse nazionale che facevano capo all’IRI, perciò allo Stato italiano, anche se in maniera indiretta.
Questa legge fu voluta dal governo anche in vista della normativa Basilea I che sarebbe entrata in vigore proprio nel corso del 1990, e voleva aumentare la competitività delle banche italiane a livello europeo e mondiale. Ci si ispirò molto al modello delle società per azioni.
Molte banche che erano istituti di credito pubblico, quali Banco di Napoli,Monte dei Paschi di Siena, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Banco di Sicilia, Banco di Sardegna, Banca Nazionale del Lavoro, poterono così trasformarsi in S.p.A. ed allo stesso tempo creare delle fondazioni a cui trasferire le attività non tipiche delle imprese. Furono stanziati anche dei fondi per le banche del Sud, per colmare il distacco da quelle settentrionali.