Continua il processo Ruby in cui il principale imputato rimane l’ex presidente del Consiglio, attuale leader del Popolo della Libertà e guida della coalizione del centro destra Silvio Berlusconi. Ad onor del vero al banco degli imputati siedono anche l’ex agente delle star Lele Mora e il giornalista ed ex direttore del telegiornale di Rete4 Emilio Fede. La vicenda giudiziaria che coinvolge in questa occasione Silvio Berlusconi segue di pochi giorni le vicende legate al processo Mediaset dove il cavaliere, imputato per frode fiscale nell’acquisizione di diritti tv, è stato condannato in secondo grado (leggi: Berlusconi condannato nuovamente in appello).
Il calendario giudiziario
Iniziamo dai punti fermi, vale a dire dall’approvazione del nuovo calendario giudiziario. Ieri è toccato alla pubblica accusa nella persona della pm Ilda Boccassini. I prossimi appuntamenti fissati e resi pubblici sono per il prossimo 3 giugno quando la parola passerà ai legali del leader del Popolo della Libertà per le arringhe difensive e, infine, c’è anche la data successiva del 24 giugno in cui è possibile aspettarsi già l’emissione di una sentenza per il processo Ruby. Al centro delle tesi della pubblica accusa e, quindi, per forza di cose, al centro dell’arringa di Ilda Boccassini, vi è la assoluta certezza del ruolo ricoperto dalle ragazze invitate ad Arcore che facevano di certo parte di un sistema prostituivo volto al soddisfacimento del piacere sessuale dell’allora presidente del Consiglio (leggi: Rubygate: la requisitoria della Boccassini).
L’età di Ruby
Il secondo punto centrale e assolutamente rilevante e pesantissimo dal punto di vista della formulazione dell’accusa è quello che ruota intorno al fatto che Ruby all’epoca dei fatti non avesse ancora compiuto 18 anni. E, sempre secondo la Boccassini, vi è la certezza che sia Berlusconi che gli organizzatori delle feste in questione non potevano non sapere che Ruby, all’anagrafe Karima El Mahroug, fosse minorenne. E di questo, ovviamente, in maniera intuibile, ne risente in modo decisivo la richiesta di condanna in capo a Silvio Berlusconi.