Protestiamo perché nel nostro paese – l’Italia – non c’è meritocrazia? Protestiamo perché i giovani laureati sono costretti ad andare via e costruirsi un futuro altrove? Macché! Le proteste all’italiana riguardano qualcosa di lontano da noi, che non conosciamo e che probabilmente ci fa “paura”; immagino quindi quanto sia stato facile per il gruppo di attivisti scrivere qualche cartello, andare all’aeroporto di Roma e inscenare una protesta contro la presenza di Israele ad Expo 2015. Pensano davvero che scrivere Fields of Apartheid al posto di Fields of Tomorrow (quest’ultimo è lo slogan scelto da Israele per l’Expo milanese) sia stata una mossa intelligente? Manifestazioni come quella contribuiscono solo ad incrementare l’odio verso un paese che di male non ha fatto nulla anzi, è riuscito a risorgere e in pochissimi anni a dare a giovani e meno giovani (cosa che purtroppo noi non stiamo facendo) un futuro.
Agricoltura moderna, innovazioni tecnologiche: questo e molto altro è Israele, una terra in cui anche uno straniero può davvero sentirsi a casa. Sapete forse che li non esistono discriminazioni di alcun genere? Probabilmente no. Ma allora perché non chiedere, non informarsi? Il più delle volte la propaganda contro Israele è proprio questo: frutto di ciò che non si conosce o di una realtà distorta fornita anche dai mass media.
Per toccare con mano la realtà israeliana (e per carpirne anche qualche aspetto) domani sera proprio al Terminal 3 delle partenze dell’aeroporto di Fiumicino nello spazio dedicato ad EXPO 2015 Padiglione Israele verrà accesa l’ultima candela di Hanukkah insieme a Rav Hazan: un’occasione non per protestare ma per socializzare e mettersi in testa una volta per tutte che Israle non è “un mostro” da attaccare. Chi vuole capire e andare oltre i soliti stereotipi è il benvenuto.
Non potrà mai esserci un futuro di pace se non conosciamo i fatti: ricordiamocelo sempre.