La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, grazie ad una sentenza sicuramente destinata a fare storia, avrebbe recentemente accolto il ricorso presentato da una coppia di italiani, ovverosia Rosetta Costa e Walter Pavan, conseguentemente alla rigida applicazione della legge n. 40 del 19 febbraio 2004 recante “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” e, dunque, all’impossibilità, per i su indicati cittadini italiani, di ricorrere alla diagnosi preimpianto, in caso, per l’appunto, di procreazione medicalmente assistita, per assicurarsi di non avere un figlio affetto da fibrosi cistica.