Il possibile fallimento del decreto Sviluppo

Il Wall Street Journal, come da noi riportato nei giorni scorsi, andava affermando, all’indomani dell’approvazione del decreto Sviluppo, che il provvedimento varato dal Ministro dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera, potrebbe aiutare il Paese ad uscire dalla crisi, grazie a misure di crescita e sviluppo economico, solamente nel senso che, almeno teoricamente, sarebbe davvero possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia.

Mario Monti difende l’euro e sostiene la crescita economica

Sebbene durante il vertice di ieri pomeriggio tra il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, il Cancelliere tedesco Angela Merkel, il Presidente della Repubblica francese Francoise Hollande ed il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy, non sia stato deciso nulla di concreto poiché, eventualmente, ci penserà il vertice di tutti i capi di Stato dell’Unione Europea del 28 giugno 2012, alcuni fondamentali concetti, ed in particolar modo quelli sui quali dovrebbe basarsi la futura Unione Europea, sarebbero stati ribaditi con forza.

La Fiat condannata all’assunzione di 145 dipendenti

E’ notizia di questi giorni che la Fiat, la più importante azienda italiana produttrice di automobili, sarebbe stata recentemente costretta, dai giudici del tribunale ordinario di Roma, ad assumere ben 145 dipendenti, 19 dei quali dovranno altresì godere di un sostanzioso indennizzo pari a quasi 3.000, che secondo l’accusa sarebbero stati ingiustamente discriminati.

Il WSJ e il lavoro all’italiana

Un tagliente editoriale apparso stamane sul Wall Street Journal, il quotidiano di proprietà del magnate liberista Rupert Murdoch, così recita: “Potranno queste misure risolvere i problemi dell’economia italiana? Solo nel senso che teoricamente è possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia”.

Uscire dall’euro se la BCE non diventa garante

Silvio Berlusconi ci riprova e, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, torna a ribadire, con forza inaudita, un concetto ormai caro all’ex Premier: l’uscita dell’Italia, e di altri Paesi europei come la Spagna e la Grecia, dall’euro non è più un’utopia ne una bestemmia e potrebbe, forse, essere oggi una delle vie percorribili per la definitiva risoluzione della crisi economica e finanziaria.

L’Italia non avrà bisogno dell’aiuto europeo

Torniamo in Messico, ed in particolare a Los Cabos ed al G20 delle 20 nazioni più importanti, economicamente stabili e tecnologicamente avanzare dell’intero globo, poiché, nel corso di una recentissima conferenza stampa, il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti sarebbe tornato a parlare, in maniera quanto mai positiva, della solidità economica italiana e, più in generale, europea.

Il Governo Monti torna a puntare sulla crescita

Il Ministro dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera, recentemente intervistato sui delicati argomenti della crescita e del rigore economico, sarebbe tornato a parlare di aumento dell’IVA, di apertura di nuovi cantieri, di realizzazioni di grandiose infrastrutture, di spending review e, nonostante non se ne parlasse ormai da moltissimo tempo, anche di Ponte sullo Stretto.

Al G20 si torna a parlare di crescita e lavoro

Dopo gli incoraggianti segnali giunti in questi mesi ed in questi giorni dall’Europa, con la Grecia nonostante tutto intenzionata a far ancora parte dell’Unione Europea, il decreto Sviluppo da 80 miliardi di euro varato dal Ministro Corrado Passera e dal Governo Monti, il trionfo delle forze moderate e socialiste nel corso delle recenti elezioni politiche francesi, un segnale veramente forte, ed indicativo più che mai del possibile cambio di rotta, sarebbe giunto niente meno che dal G20 messicano.

La Grecia ha scelto di nuovo l’Europa

La Grecia, nonostante tutto, avrebbe scelto, grazie alle elezioni politiche di domenica 17 giugno 2012, nuovamente l’Unione Europea e la moneta unica di questa vasta, e quanto mai particolare, realtà politica, finanziaria ed economica che, per troppo tempo e troppo a lungo, sarebbe stata vista come l’unione di più nazioni e non già come un unico soggetto capace di sfruttare, nel migliore dei modi, le peculiarità di ogni singolo Paese.