Le stesse fonti, inoltre, hanno precisato che il ministro ha respinto le accuse durante l’interrogatorio avvenuto nei giorni scorsi in procura ad opera del procuratore Capo Giovanni Ferrara e del procuratore aggiunto Alberto Caperna.
La notizia conferma le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi da “L’Espresso”, secondo cui un dirigente d’azienda avrebbe rivelato ai magistrati milanesi di aver dato a Maroni 60.000 euro nel periodo compreso tra il 2007 e il 2008. Lo stesso settimanale, inoltre, ha spiegato che la procura di Milano ha aperto un’indagine nel luglio 2009, trasferita poi nei giorni scorsi a Roma.
Secondo gli inquirenti la somma di denaro risulta essere stata pagata a Maroni, con tanto di fattura regolare, per alcune consulenze legali di cui però non c’è alcuna traccia scritta.
A finire nel mirino anche uno dei manager della società sotto processo, indagato per finanziamento illecito ai partiti, con l’accusa di aver pagato Maroni e una sua collaboratrice.