La Commissione Europea ha avviato all'inizio di giugno i controlli per valutare la sicurezza degli impianti nucleari che si trovano all'interno dell'Unione Europea.
In particolar modo la Commissione Europea ha avviato all’inizio di giugno i controlli per valutare la sicurezza degli impianti nucleari che si trovano all’interno dell’Unione Europea.
Volontariamente però altri stati al di fuori dell’Unione hanno voluto essere inseriti in questi accertamenti sulla sicurezza, accordandosi direttamente con Bruxelles affinchè effettui i controlli.
Ricordiamo che hanno deciso di abbandonare il nucleare, dopo l’Italia, grazie al recente referendum, la Germania, l’Austria, la Francia e la Svizzera, che però ha richiesto assieme a Bielorussia, Croazia, Turchia, Armenia, Ucraina e Russia che vengano effettuati test per controllarne l’effettiva sicurezza.
Ricordiamo anche che qualche tempo fa è stato condotto uno studio sulle centrali nucleari negli Usa che ha mostrato la pericolosità della maggior parte degli impianti presenti sul territorio.
I sette Paesi europei invece che hanno aderito, hanno riconosciuto la necessità di un approccio reale verso la sicurezza nucleare da parte di tutte le nazioni, non solo dell’Europa; è da sottolineare il fatto che la Russia è considerata una delle maggiori potenze nucleari al mondo, infatti ha appena stanziato fondi molto consistenti per l’attuazione di nuovi impianti nei prossimi anni.
Questi test sono suddivisi in tre parti: la parte preliminare, in cui vengono elencate tutte le caratteristiche dell’impianto, la seconda, che prevede un esame da parte delle autorità di ogni singola nazione sulle capacità di resistenza alle possibili catastrofi nucleari che possono essere causate sia da fattori ambientali come Fukushima, o per errori umani come Cernobyl e, per finire, verrà stilato un controllo dei rapporti da parte di gruppi internazionali specializzati.
Tutto ciò dovrà avvenire entro il 15 agosto prossimo, data in cui gli addetti ai controlli dovranno inviare il rapporto sull’andamento dei test in corso, mentre entro fine anno dovranno inviare alla Commissione Europea una relazione sui risultati ottenuti e sulle valutazioni effettuate.
Chiaramente in questi test verranno valutati anche lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, vietando le esportazioni di scorie nucleari dall’Ue a Paesi terzi e verranno prese in considerazione i vestiti dei lavoratori che devono possedere una protezione adeguata.