Le elezioni politiche greche avrebbero segnato, forse definitivamente, il temporaneo declino delle forze europeiste, moderate e democratiche a favore dei movimenti populisti di estrema sinistra e di estrema destra destra
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La disperazione, la comprensibilissima disperazione greca, purtroppo, non sarebbe stata intercettata, come invece sarebbe positivamente accaduto in Francia, dalle forze politiche più adatte e propense ad un cambiamento radicale per quanto democratico e politico (nell’accezione più ampia del termine) bensì dalle forze maggiormente radicali che, proponendosi di non far mai più pesare sulle spalle dei greci, anche con atti violenti e per nulla condivisibili, le impopolari decisioni della famosa troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) che, pur di sbloccare i fondi europei necessari al salvataggio, in extremis, del Paese ellenico, gli avrebbero imposto tutta una serie di procedure cautelative consistenti, essenzialmente, nella riduzione dei posti di lavoro pubblico allo scopo di ridurre le spese dell’amministrazione centrale e nell’aumento delle tasse allo scopo di ripagare i debiti internazionali.
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