Torna l'idea di un decreto legge per limitare l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura.
L’idea ovviamente è venuta in mente a Silvio Berlusconi durante l’ufficio di presidenza del Pdl. Per cercare di mettere da parte le difficoltà giudiziarie legate alla sua persona, il premier nel corso della riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl svoltasi ieri a Palazzo Grazioli ha proposto questo decreto.
Alcune indiscrezioni dicono che Berlusconi potrebbe sottoporre il decreto legge al Presidente della Repubblica, per ridurre il ricorso alle intercettazioni da parte dei pubblici ministeri.
Il presidente del Consiglio vorrebbe anche porre all’attenzione di Napolitano l’azione dei giudici milanesi, che secondo lui potrebbero portare ad un conflitto istituzionale generato in merito sempre al caso Ruby.
Berlusconi avrebbe ribadito che è un’indecenza l’aver pubblicato contenuti di telefonate ed sms relativi all’inchiesta.
Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, ha dichiarato che questa proposta equivale a una dichiarazione di guerra che con le dovute proporzioni sta sullo stesso piano di quanto sta succedendo in Egitto e potrebbe provocare una rivolta simile.
Secondo Di Pietro anche in Italia iniziano a mancare le condizioni di democrazia. L’opposizione si appella a Napolitano, perchè possa bloccare sul nascere questo ennesimo tentativo di calpestare la costituzione, le istituzioni e il Parlamento.