Dopo l’aumento del consenso e dell’approvazione da parte degli italiani, e dopo una vittoria schiacciante alle elezioni europee, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sta iniziando ad affrontare le prime battute d’arresto politiche. Per gli esperti queste problematiche saranno importanti per vedere la risposta e la forza del governo.
Giovedì 13 senatori dal Partito Democratico hanno ritirato il loro sostegno ai progetti di riforma costituzionale del premier, tra i quali c’è la riforma del Senato. Un fronte interno quindi, mentre Renzi ha affermato che sulle riforme non si torna indietro.
Quando Renzi arrivò al potere come Presidente del Consiglio aveva detto che non avrebbe mediato compromessi, ma i critici avevano affermato che sarebbe stato ostacolato sulle riforme e che avrebbe dovuto dimostrare di avere le competenze adeguate. Questo periodo ora sembra avvicinarsi.
Il governo Renzi nella prima parte del suo mandato è andato veloce con il suo programma di riforme, in particolare con la riduzione fiscale che ha messo più soldi nelle tasche dei lavoratori a basso e medio reddito e che gli ha permesso di guadagnare consenso arrivando a una storica vittoria alle elezioni europee di fine maggio. Renzi ha così avuto il mandato elettorale che gli mancava, ma la battuta d’arresto della defezione dei 13 alleati di partito è probabilmente la più grave, sia perché la questione della riforma del Senato è una priorità per Renzi sia perché la mossa potrebbe essere vista come una sorta di avvertimento sul sostegno su cui può contare il Presidente del Consiglio da parte dei suoi colleghi di partito.