Monti non si candida, ma detta il percorso da seguire a quella coalizione di partiti che pian piano si coagula dietro il nome. L'agenda Monti sarà il canovaccio da sottoscrivere in caso si vorrà dare la guida del paese di nuovo al professore dopo l'elezioni.
Mario Monti non sarà candidato premier di nessun partito, almeno queste sono le sue ultime dichiarazioni riguardo la sua eventuale candidatura. Nel contempo però presenta e rende pubblico il suo manifesto programmatico, diciamo la sua agenda che accoglie una serie di idee che a suo parere sono aperte a tutti i partiti che vorranno sostenenrle. Quindi niente campagna elettorale nel suo nome, ma nelle sue idee?
“Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” è il titolo del suo programma per il continuo della sua azione polica di riforme nel nostro Paese. All’indirizzo www.agenda-monti.it è possibile scaricare tutto il documento redatto dal professore. La premessa è molto ottimistica secondo Monti l’Italia è un Paese che può sorridere e tornare ad avere fiducia in se stesso per evitare l’autodistruzione.
Questa agenda si pone come una “riflessione aperta” indirizzata ai partiti e alla società civile che vorrà sottoscriverla. i punti essenzaili sono:
Lavoro. Rendere il mercato del lavoro più flessibile semplificando le normative senza recedere i diritti. Portare la contrattazione non più collettiva ma da discutere nei singoli luoghi di lavoro defiscalizzazando le aziende virtuose in questo senso. Stop alle corporazioni, tutti devono “operare in armonia” senza arroccarsi negli interessi delle singole classi e settori si appartenenza.
Giustizia. Non varare leggi ad personam ma ad nationem, reintroducendo il falso in bilancio, punire il voto di scambio, intervenire sulle intercettazioni e conflitto d’interessi. Altre parole fondamentali della sua agenda sono crescita, conil coinvolgimento attivo della donna e il rispetto dell’ambiente, quindi come dice Monti in angeda c’è molto pink e molto green. L’ Europa deve essere la bussola non si può pensare una politica nazionale che vada contro l’organismo di cui l’Italia è uno dei Paesi più importanti. Per il fisco l’imu si può rivedere ma non certo abolire, la via maestra secondo Monti è la riduzione della spesa pubblica per poi investire in imprese e lavoro. Altri punti fondamentali sono i costi della politica e sopratutto la lotta all’evasione fiscale.