La ministra Josefa Idem ancora nell'occhio del ciclone per presunte irregolarità burocratiche e fiscali avvenute nella sua casa a Ravenna.
La ministra Josefa Idem ancora nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità burocratiche e fiscali avvenute nella sua casa a Ravenna. La Idem nonostante i ripetuti inviti a dimettersi dal suo ministero (sport e pari opportunità), non molla e va avanti sicura di poter chiarire l’accaduto al primo ministro Enrico Letta il quale, non ha esitato di chiedere spiegazioni alla ex campionessa italiana riguardo questa sua situazione. Intanto la stampa continua a bersagliare Josefa Idem cercando di distruggere quell’immagine positiva che l’ex campionessa olimpica si era meritata con i suoi successi sportivi.
Le presunte irregolarità contestate a Josefa Idem
Tutto è nato da un articolo di un giornale locale dietro alcune informazioni raccolte da un cosigliere comunale di Ravenna in lista PDL. Josefa Idem avrebbe eseguito alcuni lavori alla sua casa senza segnalarne l’inizio e di conseguenza senza pagarne l’Ici al comune. Una sorta di abusivismo edilizio che la Ministra minimizza dicendo che ha presentato due anni fa una sanatoria per questi lavori edili alla quale però non allegò anche la Scia, cioè la segnalazione certificata di inizio attività. Dopo un controllo, dice la Idem, essersi avveduta della dimenticanza, provvedendo ad adattare tutto alle richieste del Comune che a pratica conclusa le comunicherà quando integrare di Ici. A questo però si aggiunge anche la questione di una possibile palestra a scopo di lucro che invece Josefa Idem giustifica come posto in cui veniva fatto sport a scopo sociale in un ottica onlus.
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Josefa Idem: “vado avanti!”
Nonostante la gogna mediatica a cui è sottoposta l’attuale ministra per lo sport e le pari opportunità, lei si dice fiduciosa della giustizia che saprà comprendere la sua onestà. Intanto a mettere la parola fine sulle sue eventuali dimissione sara Enrico Letta dopo un dovuto incontro con la Idem e un’attenta letture di tutti i documenti.
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