Ieri, a Roma presso Piazza Del Popolo si è svolta la mega manifestazione del PDL per sostenere il suo leader Silvio Berlusconi “perseguitato” dalla magistratura “politicizzata” e allo stesso tempo mostrare i muscoli a tutte le altre forze politiche nazionale. Il PDL ha voluto così reagire anche alle accuse di “impresentabilità” rivolte ad Angelino Alfano da parte di Lucia Annunziata durante la puntata di domenica scorsa di In mezz’ora.
Politica Italiana
Le consultazioni di Bersani
Il leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani è il presidente del Consiglio (leggi: Napolitano, incarico a Bersani). A conti fatti lo è già in modo ufficiale anche se per adesso ha solo ricevuto l’incarico dalle mani del Capo dello Stato. La prassi costituzionale ci spiega che questi sono i giorni in cui il candidato che ha ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica si dedica alla formazione della lista dei ministri. E, finite le sue consultazioni, andrà in aula con la propria lista dei ministri e il discorso inaugurale sul programma di governo per incassare la fiducia di Camera e Senato.
Napolitano, incarico a Bersani
Il primo passo per uscire dallo stallo in cui le elezioni del 24 e del 25 febbraio hanno gettato il nostro Paese è stato fatto. Potremmo dire anche che il dado è tratto per dare enfasi a quanto accaduto ieri, ma dovremmo contemporaneamente non abbandonare la misura. Diciamo che il Capo dello Stato non ha fatto scelte azzardate (leggi: L’incarico a Bersani?) e si è limitato a fare la cosa più ovvia, vale a dire a dare l’incarico a chi ha avuto la maggioranza alla Camera dei Deputati. Fermo restando che in questo caso non è detto che Bersani incassi la fiducia al Senato.
Scontro Grasso – Travaglio
Ieri durante la puntata di Servizio Pubblico su La7, Marco Travaglio ha più volte nominato in causa il neo Presidente del Senato Pietro Grasso, esponendo alcune perplessità sulla sua nomina a procuratore nazionale antimafia che avvene ai danni di Gian Carlo Caselli. La critica di Travaglio non è andata giù al neoeletto Grasso che ha pensato bene di chiamare in trasmissione, per la gioia di Santoro, e invitare Travaglio ad un confronto televisivo nell’immediato.
L’incarico a Bersani ?
Bersani vuole governare, Napolitano è titubante e le altre forze politiche sono in attesa di nuovi sviluppi. Il rito delle consultazioni di è ormai concluso, ma a quanto pare, le difficoltà che sulla carta si erano, in maniera intuibile, già previste prima dell’avvio delle consultazione non si sono dipanate. Perché la matassa è ingarbugliata, il Paese è indiscutibilmente fermo e la fase di stallo, tendenzialmente una fase di passaggio che caratterizza tutti i periodi immediatamente successivi alle elezioni politiche, questa volta è più lunga del previsto.
L’abolizione delle Province in Sicilia
In Sicilia non esistono più le Province. Ieri sera l’Assemblea regionale ha abolito le Province, cancellato le elezioni di primo grado e commissariato gli enti. L’obiettivo è la creazione di consorzi liberi tra Comuni al posto delle province. Svolta epocale dunque, al livello locale, nella fattispecie al livello regionale, ma anche al livello nazionale perché la Regione Sicilia è la prima ad adottare una misura del genere ed è la prima a dare un impulso tutto nuovo all’agenda politica nazionale in un momento di stallo nazionale (leggi: La maggioranza di Bersani). E’ ovvio che si tratta di un caso isolato, ma è altrettanto ovvio che ieri sera sono stati gettati i presupposti per qualcosa di estremamente innovativo.
Scontro Alfano – Annunziata, interviene la Rai
L’intervento a gamba tesa della giornalista di Rai 3 Lucia Annunziata non poteva passare inosservato. Nell’ambito della sua trasmissione settimanale, che va in onda ogni domenica su Rai 3, l’ospite della Annunziata era il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il vivace scambio di battute tra la Annunziato e Alfano ha richiamato l’attenzione del direttore generale della tv di stato che ha pubblicamente richiamato all’ordine la giornalista campana.
Scontro Berlusconi-Bersani sul Quirinale
Le reazioni all’elezione per la Camera e il Senato di due uomini del Partito democratico, o meglio di due uomini provenienti dalla coalizione di centrosinistra, non si sono fatte attendere. E, in maniera più che intuibile, è stato il leader del centrodestra Silvio Berlusconi ad arringare i suoi. Il contenuto, in potentissima sintesi, può essere riassunto nella richiesta che il centrosinistra non si impadronisca delle prime tre cariche dello stato, come già fatto con il Presidente del Senato (Grasso) e della Camera dei Deputati (Boldrini). La partita si gioca dunque sul terreno del Quirinale. E la scadenza del mandato di Napolitano è ormai quasi prossima.
La maggioranza di Bersani
L’elezione dei presidenti di Camera e Senato è stata proclamata da poche ore, i discorsi ufficiali sono stati ascoltati e commentati come d’abitudine ma l’eco di due elezioni comunque innovative, chiaramente, non si è ancora spenta (leggi: Grasso al Senato, M5S si spacca). Del resto la partita che si è giocata nei due rami del Parlamento, a dire il vero più aspra e, quindi, più rilevante dal punto di vista strategico, quella cui abbiamo assistito al Senato, ha visto dei vincitori e degli sconfitti. E, con una buona dose di lungimiranza e di rischio, potremmo dire che la partita del Senato ha palesato già in embrione chi potrebbero essere gli sconfitti di domani.
Grasso al Senato, M5S si spacca
Prime crepe all’interno del Movimento a Cinque Stelle. Lo dicono tutti, i commentatori amici e quelli di parte avversa, lo dicono gli esponenti ed i portavoce dei partiti storici che, di queste, ne hanno visto tante, ma, in primo luogo, lo dicono i numeri. A conti fatti il Movimento a Cinque Stelle ha iniziato a sbandare alla prima curva, una curva doppia potremmo definirla in quanto le asperità erano due: l’elezione del Presidente della Camera dei Deputati (leggi: Roberto Fico Presidente della Camera?) e l’elezione del Presidente del Senato della Repubblica. E i problemi si sono palesati al Senato.
Intesa Berlusconi-Bersani per votare subito
Che la nuova legislatura sia nata già morta, o meglio, moribonda è opinione molto diffusa tra i commentatori di qualsiasi area politica. E che gli accadimenti di ogni giorno, sia prima che dopo l’inizio ufficiale della legislatura, siano successive testimonianze della debolezza delle nuove Aule è altrettanto evidente. Prova ne sia che da più parti sembra si tratti di una partita giocata a scacchi per sacrificare la legislatura numero diciassette e tornare alle urne quanto prima. Almeno sembra che queste siano le intenzioni degli acerrimi nemici, sempre più spesso negli ultimi giorni acerrimi alleati, Berlusconi e Bersani.
Roberto Fico Presidente della Camera?
All’apertura delle Camere e quindi al via ufficiale della nuova legislatura le questioni ancora da risolvere sono parecchie. In qualche caso si tratta di aspetti secondari, in altri, si tratta di elementi di vitale importanza per l’agenda politica del nostro Paese. Il nostro pensiero va, in maniera intuibile, alla questione dell’elezione del Presidente della Camera dei Deputati (oltre a quella del Capo dello stato dove ci sono Prodi e D’Alema in corsa per il Quirinale), vale a dire a una questione di enorme rilevanza non solo per le qualità del candidato scelto, per gli obblighi costituzionali che dovrà gestire e per il suo ruolo in senso lato. Ma una questione di enorme rilevanza anche per quanto riguarda la logica delle attribuzione delle poltrone tra i partiti, un sistema di per sé complesso, ma, questa volta, gravato dalle difficoltà del risultato elettorale maturato.