Berlusconi rompe il silenzio elettorale: Magistratura peggio della mafia

 Domani e dopodomani l’Italia è chiamata al voto. Alla camera sono ben 50 milioni gli italiani aventi diritto di voto, al invece senato ben 46 milioni, mentre sono più di 12 milioni quelli che dovranno votare anche per le regionali. Oggi come accade sempre il giorno prima delle elezioni, si rispetta il silenzio elettorale. Ma d’improvviso Berlusconi in barba a qualsiasi regola, rompe il silenzio con dichiarazioni forti nei confronti della magistratura, definendola come un’organismo peggiore della mafia siciliana.

Napolitano bis?

 

L’ipotesi di un Napolitano bis al Quirinale, ipotesi ventilata negli ultimi giorni e fatta trapelare da più direzioni – insieme a quella di Presidente della Repubblica: una donna? –  viene, seccamente, rimandata la mittente. A farlo è il destinatario, o meglio, potremmo dire, in questo caso, il soggetto stesso di tutta la vicenda, vale a dire il nostro attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Una replica sdegnata, ma soprattutto ferma e decisa volta a stroncare sul nascere ogni possibile equivoco: un secondo mandato al Quirinale per Napolitano è pura fantapolitica.

Presidente della Repubblica: una donna?

In un arco parlamentare che sembra di difficile composizione il tassello più in alto, quello super partes per definizione, nonché per mandato, è anch’esso di difficile individuazione. Mai come questa volta, anche la sovrapposizione cronologica di elezioni politiche ed elezione del nuovo Presidente della Repubblica stimola a pensare, ci potrebbe essere l’occasione di portare a compimento una svolta storica. E l’occasione storica in questione si concretizzerebbe con l’elezione di un Presidente della Repubblica donna.

Monti e Bersani sulla grande coalizione

A tre giorni dal voto l’argomento che desta maggiore interesse è già il dopo voto. Significa che i giochi sono fatti, anche se il silenzio Agcom complica l’interpretazione (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima del silenzio Agcom). Sono i giorni in cui tutti i leader candidati appaiono certi del proprio successo e sbandierano i propri numeri e le proprie consapevolezze: ma non si sa se per convincimento reale o per portare dalla propria parte l’elettorato indeciso.

Monti contro il centrosinistra

I giorni che ci separano dall’apertura dei seggi elettorali sono sempre meno e il premier dimissionario Mario Monti cerca con sempre maggior forza di porsi come ago della bilancia. L’obiettivo del professore è continuare a cavalcare la sua trasversalità e spingere ancora sul fronte della sua diversità rispetto ai partiti politici classici. E Monti lo fa per due ragioni: in primis per sostenere un’idea cardine della propria campagna elettorale e, in secondo luogo, per non autoescludersi da nessuna possibile alleanza nel dopo voto.

Oscar Giannino CV falso niente laurea e nessun master

 A soli cinque giorni dal voto il neopartito Fare per Fermare il Declino rischia di perdere il suo attuale leader Oscar Giannino che difronte alle polemiche nate intorno al suo fasullo CV pubblicato in rete, ha pensato di avanzare le sue dimissioni. La storia del falso curriculm nasce dalla denuncia di uno dei promotori della nuova formazione politica Fid, Luigi Zingales, economista e accademico, che a fronte del millantato curriculum vitae falso di Giannino ha ritirato il suo sostegno al Fid e ha fatto così esplodere il caso.

Confronto in tv: Berlusconi, Bersani, Monti e?

Prove di confronto tv tra i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Siamo a una settimana del voto a questo punto e gli attacchi frontali e la logica del tutti contro tutti è quella che determina i modi e i tempi dell’agenda politica italiana. Una logica fatta sì di attacchi, ma anche di improvvise aperture, possibili alleanze e soprattutto fatta di doppi giochi. Come, del resto, accade da sempre all’avvicinarsi di una scadenza tanto importante.

Monti al Quirinale?

Una nuova posizione è quella che sta assumendo Mario Monti all’interno dell’arco parlamentare italiano. Un arco parlamentare in fieri a dire il vero a meno di dieci giorni dall’aperture dei seggi elettorali. Si tratta ad ogni modo di una presa di posizione del premier dimissionario che gioca a carte scoperte facendo trapelare la notizia della propria candidatura al Quirinale.

Obama vota Monti

Obama vuole Monti. E boccia Berlusconi. E anche in Germania la pensano allo stesso modo. Questo, in potentissima sintesi, il contenuto delle dichiarazioni internazionali a meno di dieci giorni dall’apertura dei seggi elettorali. In effetti, potremmo dire, che non ci sono elementi di novità in quanto accaduto sullo scenario della politica internazionale negli ultimi giorni in merito alle prossime elezioni in Italia, ma la questione va spiegata meglio.

Berlusconi sulle tangenti di Finmeccanica

 

Durissima presa di posizione di Silvio Berlusconi sulla questione delle tangenti di Finmeccaninca. Il leader del Pdl parte dal commento all’arresto dell’amministratore delegato Orsi per poi spingersi in un discorso di più ampio respiro, dai contenuti molto forti e dalle ricadute altrettanto debordanti. Del resto parlare apertamente di tangenti come di un’abitudine normale e consolidata,e, per di più, farlo a meno di dieci giorni dall’apertura dei seggi elettorali, non può non avere ripercussioni forti.

Bruxelles: bene la crescita italiana

 

L’Italia è tra i Paesi più virtuosi all’interno dell’Unione Europea. La definizione arriva in via ufficiale direttamente da Olli Rehn, commissario per gli Affari economici e monetari, e riguarda solo qualche aspetto della caratterizzazione economica dell’Italia in seno all’Unione Europea. Ma non per questo deve passare in secondo piano perché, nei fatti, testimonia due elementi: la validità della ricetta Monti – secondo Bruxelles – e la rinnovata fiducia nei nostri confronti da parte degli investitori internazionali.

Tutti contro Grillo

La campagna elettorale trova un singolare fronte comune di cui occuparsi. Nella giornata di ieri, infatti, quei candidati che da più parti sono impegnati ormai da giorni a gettarsi fango reciprocamente addosso e nel mettere paletti invalicabili per stroncare sul nascere ogni possibile idea di alleanza precedenti o successive al voto, erano quasi tutti d’accordo. Quasi tutti animati dal medesimo intento di attaccare e di screditare quanto più possibile dinanzi all’elettorato indeciso l’operato di Beppe Grillo.