La presidenza delle commissioni bicamerali

Sembra risolversi uno dei tanti impacci, busillis o incidenti di percorso che hanno messo per settimane il bastone tra le ruote al governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Ci stiamo riferendo, in questa occasione, all’accordo raggiunto in merito alla presidenza delle commissioni bicamerali e alla giunta di palazzo Madama. Per dovere di cronaca ci teniamo a precisare che mancano ancora tutti i crismi  dell’ufficialità necessari in occasioni del genere a rendere effettive le nomine ma l’indiscrezione proveniente da fonti interne alla maggioranza sembra assolutamente attendibile (leggi: La commissione per le riforme costituzionali).

La commissione per le riforme costituzionali

Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato la commissione per le riforme costituzionali e i suoi 35 componenti. Lo ha fatto tramite un decreto ad hoc nell’ambito del quale verrà nominato anche un comitato per la redazione del rapporto finale in merito al lavoro della commissione per le riforme costituzionali stessa. I 35 componenti della commissione pronta ad insediarsi verranno ricevuti tutti insieme nel pomeriggio di domani al Quirinale dove li accoglieranno il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del consiglio Enrico Letta (leggi: Il cronoprogramma di Napolitano).

Il legittimo impedimento al processo Mediaset

Si avvicinano nuove e pesantissime scadenze per l’ex presidente del Consiglio e attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi. Non si tratta questa volta di scadenze elettorali, di sostenere in modo diretto un qualche suo candidato di centrodestra né tanto meno delle chiacchiere sul presidenzialismo. Questa volta si tratta di due appuntamenti in tribunale che, forse, mai come prima, potrebbero dare un indirizzo molto forte al prosieguo della vita politica di Berlusconi e quindi, per forza di cose, anche del nostro Paese.

Il cronoprogramma di Napolitano

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha compilato l’agenda di governo, o meglio, ha dato una tempistica in merito al limite massimo entro il quale approntare le riforme per le quali è stato creato quasi ad hoc l’attuale governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Il limite temporale è fissato per 18 mesi, quindi un anno e mezzo dal suo insediamento e, nell’ottica del Capo dello Stato, si tratta di un lasso di tempo necessario a portare a casa le riforme istituzionali necessarie per il riassetto e la ripartenza del nostro Paese.

Grillo contro Letta e Napolitano

Di nuovo Beppe Grillo alla ribalta. Il leader del Movimento a cinque Stelle, nelle ultimissime settimane, sta monopolizzando una volta ancora le edizioni di telegiornali e dei principali quotidiani nazionali e non per i suoi attacchi. I destinatari sono abbastanza facili da individuare perché, con una battuta semi seria, potremmo dire che i destinatari degli strali di Beppe Grillo sono tutti. E quando si parla di tutti si fa riferimento in modo pressocchè univoco e indistinto all’intera classe politica del nostro Paese.

Grillo contro Floris, Gabanelli e Rodotà

Sono settimane movimentate, più del solito, per quanto riguarda Beppe Grillo e il Movimento a Cinque Stelle. Questa volta, però, non si tratta di una qualche campagna pro o contro un determinato privilegio o iniziativa simile, ma si tratta, a quanto pare, di una reazione al risultato elettorale della tornata di comunali e delle scorie che più o meno da tutti i Comuni che sono andati al voto in giro per il  nostro Paese hanno investito la sede centrale e l’organigramma tutto del Movimento a Cinque Stelle.

Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti dal 2017

 L’Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

L’annuncio dell’approvazione del DDL che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è arrivato direttamente tramite twitter con un tweet del Presidente del Consiglio Letta. Il consiglio dei ministri ha approvato questa decreto legge che sarà in vigore dal prossimo anno e sarà graduale fino ad arrivare nel 2017 alla totale abolizione del finanziamento pubblico che non scompare del tutto essondoci la possibilità di donare il 2 per mille ai partiti sul 730 da parte dei cittadini. Sono conteplati nel ddl solo i partiti con statuto, che perderanno il finanziamento pubblico ma che potratto usufruire di sgravi fiscali su ogni tipo di spesa connessa alla loro organizzazione sul territorio e la concessione gratuita di spazi e servizi per la loro attività.

Ruby, la requisitoria dell’accusa

Nuova puntata oggi al Palazzo di Giustizia di Milano per quanto riguarda il Rubygate. O meglio, per essere precisi, oggi non c’è stata nessuna udienza in merito all’iter processuale di quel filone di indagini che viene dai cronisti di tutti Italia sintetizzato come il Rubygate. Di fatto per Rubygate di solito si fa riferimento al processo che vede principale imputato l’ex presidente del consiglio e attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi. Quel processo insomma, per intenderci, cui vanno ascritte le ultime dichiarazioni rese da Ruby volte a ritrattare tutte le precedenti deposizioni (leggi: Processo Ruby: il giorno di Karima).

Renzi contro Letta: “basta vivacchiare”

Renzi contro Letta e la lentezza del governo

Matteo Renzi non ha perso tempo nell’esprimere un suo commento nei confronti della mancata votazione della mozione di Roberto Giacchetti per un ritorno al Mattarellum. A Roma alla presentazione del suo ultimo libro “oltre la rottamazione” Renzi contro Letta ha lanciato delle frecciatine precise che vanno nella direzione del suo governo delle larghe intese che per il sindaco di Firenze sembra sempre più un governo delle lunghe attese. L’attacco di Renzi contro Letta ha riaperto la discussione all’interno del PD a pochi giorni dalla tregua sancita con le comunali.

Rodotà sulle comunali e la sconfitta di Grillo

Il più importante appuntamento politico delle ultime settimane è stato senza ombre di dubbio la tornata di elezioni comunali su e giù per il nostro Paese. In alcuni casi si è concluso nel fine settimana scorso, in altri, come per esempio nella capitale, vivrà la partita definitiva tra meno di quindici giorni nel ballottaggio. In ogni caso, ballottaggi o meno, si possono tirare le fila per un’analisi generale del voto alle comunali, delle ragioni alla base dei risultati e anche delle conseguenze che i voti locali possono avere sul piano nazionale.

Il ritorno al Mattarellum

La camera boccia il ritorno al Mattarellum

Con ben 400 voti contrari, 9 astenuti e solo 139 favorevoli la Camera ha bocciato la mozione presentata da Roberto Giacchetti deputato del PD che chiedeva un immediato ritorno al Mattarellum e l’abolizione del odiosa legge elettorale Porcellum, così definita  da Calderoli il suo stesso primo firmatario. Così il PD si spacca e mostra le sue differenze interne infatti ben 84 deputati del partito democratico hanno votato la mozione per il ritorno al mattarellum del renziano Giacchetti. Quest’ultimo nonostante le insistenti richieste di alcuni esponenti del suo partito non ha voluto ritirare la mozione anche perchè è stata firmata da parlamentari appartenenti a più gruppi politici di maggiornanza e di opposizione.

Il commento di Grillo alle comunali

Non si è spenta l’eco della tornata delle elezioni comunali in giro per l’Italia. Un occhio particolare, ovviamente, in maniera intuibile, è quello che bisogna lanciare alla situazione politica della nostra capitale, laddove per altro non si può portare a termine una vera e propria analisi perché il risultato definitivo si saprà tra meno di due settimane in occasione del ballottaggio. Fatto sta che il dato abbastanza eterogeneo che è venuto fuori dalle urne non indica nulla di concreto al livello nazionale, eppure, qualche commentatore si è spinto in un’analisi di più ampio respiro.