Così dopo le proteste di opposizione, magistratura, avvocatura, familiari delle vittime delle stragi, ora arriva anche un’altra bocciatura per la prescrizione breve, tanto voluta da Berlusconi.
Avvenire esordisce invitando a non chiamare questo “processo breve“. L’editoriale, in prima pagina sul quotidiano, boccia senza mezze misure il processo breve, scrivendo che “al di là delle partignerie i nodi della giustizia non saranno sciolti”, in quanto non vanno intese come tali “le urgenze del Presidente del consiglio di risolvere i propri guai con taluni da magistrati di Milano“.
L’editoriale sostiene poi che possono essere considerate vere entrambe le tesi a favore della nuova legge espresse dalla maggioranza e dal governo così come quelle contrarie espresse dalle opposizioni parlamentari e non solo.
Comunque l’editoriale su Avvenire si conclude dicendo che forse sarebbe meglio chiedersi a che cosa non servirà questa legge definita solo per convenzione sul processo breve.
Secondo quanto scritto sul quotidiano non servirà affatto ad accorciare i tempi dei processi ma si limiterà alla fotografia e non alla cura del male. Si potrà solo prendere atto di volta in volta del fallimento di uno stato che non garantisce in tempi ragionevoli ai processi di arrivare a sentenza.