Tornano i tagli alla spesa pubblica. Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni annuncia che saranno intraprese politiche per ridurre la spesa pubblica e verifiche affinchè si possano valutare gli effetti della manovra a “costo zero” che l’esecutivo ha portato a termine bloccando la prima rata dell’Imu sulla casa principale, evitando l’aumento dell’Iva al 22%, riconfermando gli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie e gli aiuti alle zone colpite dal sisma.
L’ottimismo del ministro dell’economia Saccomanni
E’ abbastanza ottimista il ministro dell’economia quando prova a fare un confronto dopo un anno dalla riforme del Governo Monti. L’Italia secondo Saccomanni ha recuperato in termini di credibilità, ma ciò non significa che il lovoro da fare sia concluso. Una delle priorità è reperire fondi dalla riduzione della spesa pubblica, in quanto l’Italia è indebitata per 400 miliardi e non può aumentare il debito. Ma a differenza degli anni passati il teglio della spesa pubblica, secondo Saccomanni, non dovrà toccare gli investimenti ma soltanto le spese correnti, un intervento che non darà risultati immediati, ma percepibili a medio lungo termine.
► I PARLAMENTARI GUADAGNO 6 VOLTE DI PIÙ DEGLI ITALIANI
La spesa pubblica italiana
La spesa pubblica in Italia ammonta a quasi 800 miliardi di euro e questo è il paradosso che dobbiamo affrontare: come è possibile non riuscire a reperire una decina di miliardi a fronte di una spesa così ingente? Tolti i redditi da lavoro, le prestazioni sociali, e altre spese correnti “intoccabili” restano ben 207 miliardi su cui lavorare e provare a trovare soluzioni che possano far risparmiare lo Stato. Come tutti i tagli alla spesa pubblica nemmeno questo sarà indolore, ma è inevitabile viste le difficoltà incontrate dall’attuale governo nel reperire fondi utili a rilanciare l’economia e provare ad uscire una volta per tutte dalla recessione.
► SPENDING REVIEW A PALAZZO CHIGI