I due tipi di referendum che sono previsti in Italia

In questi giorni si sente parlare moltissimo del referendum No Trivelle del 17 aprile con tutti coloro che votano Sì pronti a sottolineare l’assenza di una posizione ufficiale del governo sull’argomento. Sostenitori a parte, andiamo a vedere quali sono i due tipi di referendum previsti dall’ordinamento italiano. 

Il referendum sul finanziamento alle scuole private

Anche Romano Prodi si schiera nella sua Bologna in merito al finanziamento alle scuole paritarie. L’ex presidente del Consiglio e, con una battuta, potremmo definirlo anche come l’attuale Presidente della Repubblica mancato, si dice a favore del finanziamento pubblico alle scuole paritarie e mette la sua voce in quella che ha tutti i crismi per essere definita una battaglia politica vecchio stile. Del resto, anche la cornice, cioè la città di Bologna, sembra il luogo ideale di un ritorno al passato nella contesa politica in un contesto nazionale comunque difficilissimo (leggi anche: L’industria in Italia).

Referendum, affluenza del 41,10% ieri sera

Ormai alla chiusura dei seggi elettorali mancano ancora poco più di due ore e poi inizierà lo spoglio delle schede, ma i dati che sono stati diffusi nella mattinata di oggi dichiarano che a votare sono andati il 41,10% degli italiani e che facilmente il quorum potrebbe essere stato raggiunto.
Secondo le proiezioni fatte dagli esperti del ministero degli Interni rispetto ai dati che sono stati diffusi ieri sera, il quorum sembra essere vicino, in quanto per raggiungerlo mancherebbero i voti di poco più di cinque milioni di italiani (senza contare il voto degli italiani all’estero).
Non ci saranno però più altre rilevazioni dei dati fino alla chiusura dei seggi ma Roberto Maroni, ministro degli Interni, ha pronosticato un esito positivo per l’affluenza ai seggi anche di questa lunga mattinata.

Sulle strade del Piemonte viaggiano le scorie nucleari per la Francia

Il Fatto Quotidiano ha condotto un’inchiesta molto interessante sul viaggio che compiono le scorie nucleari, dalla provincia di Vercelli a La Hague in Normandia e di cui i cittadini italiani non ne sanno nulla.
Nel 2006 è stato siglato un accordo tra l’Italia e le Francia, entrato poi in vigore a gennaio del 2007, in cui si parla del trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare italiano, che corrisponde agli scarti che sono stati accumulati in Italia nel periodo dell’energia nucleare che è terminata con il referendum del 1987 dopo che gli italiani hanno voluto la chiusura degli impianti.
Gli scarti però dovranno rientrare nel nostro paese entro e non oltre il 31 dicembre del 2025 e la Società gestione impianti nucleari,la Sogin, si sta già attrezzando, con l’autorizzazione di una gara d’appalto per la costruzione di un sito che funga da deposito per le scorie radioattive nella zona di Saluggia (da dove sono partite, in poche parole).

Anche la Francia dice no al nucleare

Sembra incredibile, ma adesso anche la vicina Francia sta ritrattando sull’energia nucleare a fronte del disastro di Fukushima dell’11 marzo scorso.
Nel paese che sembrava essere il baluardo del nucleare, dove l’energia prodotta con la fusione dell’atomo è un affare irrinunciabile, sembra che qualcosa si stia muovendo in favore di energie più pulite.
Dopo lo stop della Germania al nucleare, ora sembra la volta della Francia in quanto i socialisti (che sempre si sono schierati a favore delle centrali) stanno finalmente cambiando la posizione in merito.

La Corte Costituzionale dà l’ok al referendum sul nucleare

Ormai a pochi giorni dal referendum del 12 e 13 giugno in cui i cittadini italiani sono chiamati alle urne per esprimere il loro parere sul legittimo impedimento, sulla privatizzazione dell’acqua e sull’energia nucleare, si continua a parlare di quest’ultimo quesito referendario.
Infatti con una decisione unanime la Corte Costituzionale ha deciso che il quesito referendario relativo alla localizzazione di siti per la costruzione di nuovi impianti nucleari, che è stato rivisto dalla corte di Cassazione qualche giorno fa, è ammissibile e valido.

Orari referendum 12-13 Giugno 2011

Manca poco al voto referendario che porterà alle urne milioni di italiani chiamati a scegliere se abrograre o meno quattro quesiti molto importanti che riguardano la privatizzazione di alcuni enti locali, il nucleare, la privatizzazione dell’acqua ed il legittimo impedimento.

In un primo momento era stata modificata una legge con lo scopo di rendere inutile il referendum sul nucleare, ma grazie ad una sentenza della cassazione il referendum si farà.

Quorum significato

In queste ultime settimane no si fa altro che parlare di elezioni, ballottaggi, ma soprattutto dei referendum che si terranno i prossimi 12 e 13 giugno in cui si dovranno abrogare le leggi sul legittimo impedimento, sulla privatizzazione dell’acqua e sull’energia nucleare e proprio di ieri è la notizia che la Cassazione ha stabilito che il referendum sul nucleare si farà, nonostante il voto alla fiducia del Governo al Decreto Omnibus.

Il referendum sul nucleare si farà

Oggi la Cassazione che doveva decidere sul Decreto Omnibus, sul quale il Governo ha dato il voto di fiducia, ha stabilito che le modifiche apportate dal governo alle norme sull’energia nucleare non precludono lo svolgimento del referendum.
Quindi il referendum sul nucleare si farà, assieme a quello sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua.
Appena si è appresa la notizia, i Verdi e gli esponenti dell’Italia dei Valori che si trovavano in piazza, di fronte alla sede della Cassazione, hanno festeggiato e brindato con lo spumante.