Nonostante notevoli miglioramenti negli anni, infatti, Bankitalia ha ritenuto, sulla spinta delle segnalazioni delle associazioni dei consumatori, che vi sia ancora troppo “burocratese” nel linguaggio adottato dagli operatori bancari.
Così, i prospetti informativi e le clausole contrattuali dovranno essere al più presto adeguati ad un linguaggio molto più semplice e accessibile per tutti.
La direttiva ha anche offerto un’ampia serie di esempi a cui fare riferimento. Per esempio, si dovrà ridurre il più possibile l’utilizzo di congiuntivi e gerundi a favore del modo indicativo, mentre si dovrà utilizzare con parsimonia grassetti e sottolineature, al fine di mettere in risalto solo le parole o le frasi davvero importanti nel contesto del documento.
Bandito l’utilizzo di interi blocchi di frasi in maiuscolo, che appaiono più difficoltosi da leggere, così come i periodi più lunghi e tortuosi dovranno essere spezzati in proposizioni più semplici e intelligibili.
Frasi e termini di uso comune dovranno prevalere su quelli meno utilizzati nel linguaggio corrente: per esempio, “sottoscrivere” dovrà preferibilmente essere sostituito da “firmare”.
E non finisce qui: occorrerà eliminare congiunzioni e avverbi ridondanti che complicano le frasi, utilizzare per i paragrafi dei documenti dei titoli espliciti e indicativi sul contenuto, le espressioni indicate con una sigla dovranno essere almeno una volta indicate per esteso, schemi e tabelle sono preferibili a lunghi discorsi, suggerito l’inserimento di glossari per definire i termini più tecnici, eccetera eccetera.
Sarà ora interessante vedere come le banche adegueranno i loro prospetti per obbedire a queste originali direttive di Bankitalia.