Arriva una sentenza dalla Cassazione che vieta anche l'utilizzo di strumenti come Facebook alle persone agli arresti domiciliari.
La sentenza n. 37151 aggiorna dunque il divieto di comunicazione con persone diverse dai familiari conviventi previsto dal Codice di procedura penale.
Come voluto sottolineare dai giudici, la prescrizione deve essere interpretata di nuovo, impedendo l’utilizzo di internet come strumento di comunicazione.
Secondo i giudici solo alcuni servizi internet sono da ritenersi vietati per chi è agli arresti domiciliari, ovviamente quelli che permettono di comunicare con l’esterno, o comunque con persone al di fuori del nucleo familiare.
Il divieto va a colpire inoltre anche altri metodi di scambio di informazione, come gesti, pizzini, comunicazioni in trasmissioni TV ecc. fino all’uso di servizi internet appunto, come il famoso social network.
Tuttavia sarà compito della pubblica accusa dimostrare che lo strumento informatico è stato usato per comunicare con l’esterno.
Nel caso specifico, il Gip di Caltagirone aveva respinto la richiesta del Pm di convertire gli arresti domiciliari con il carcere, per i due che avevano avuto contatti su Facebook con altre persone. La Cassazione ha censurato l’operato del Gip, che non era entrato nel merito della questione.
E’ stato dunque annullato il provvedimento, e rinviato al tribunale di Caltagirone per una nuova valutazione.