Una donna che inviava messaggi tramite chat online alla cognata dell'amante, usando frasi offensive e dettagli intimi, è stata assolta.
La donna ovviamente usava uno pseudonimo, ed era riuscita a trovare la moglie dell’amante e la cognata sul sito, ma è stata assolta perchè gli indirizzi IP del computer non possono essere controllati senza il decreto del pubblico ministero, come accade per le conversazioni telefoniche.
Con il Procedimento Penale dunque, il Tribunale ha assolto la donna, anche se le motivazioni non sono ancora state rese note.
La donna dopo un primo momento fatto di sole frasi ingiuriose, ha iniziato a mandare alla cognata molestie, dopo di che è stata sporta denuncia presso la Polizia Postale, con la richiesta di individuare l’IP dal quale provenivano tali frasi.
La donna, subito rintracciata, è stata rinviata a giudizio per il reato di molestie o disturbo alle persone. E’ già qualche anno che la giurisprudenza sta iniziando a chiedersi se gli sms possano essere paragonabili alle telefonate, ma mai ci si è ancora posti il problema delle chat online.
Secondo l’avvocato di Grosseto, i messaggi delle chat non sono assimilabili ad sms o chiamate, in quanto ogni persona può bloccare i contatti indesiderati, senza leggere quei messaggi.