La Cassazione ha stabilito che la multa deve essere fatta anche all’automobilista che ha attraversato col giallo, se mentre attraversa l’incrocio diventa rosso.
Sentenze
Bambini ed anziani sono sempre considerati pedoni inesperti
Il fatto è nato dopo che un camionista aveva provocato la morte di un bambino di 9 anni non rispettando le norme di comune prudenza.
La Suprema Corte ha richiamato l’obbligo imposto dall’art. 102, comma 3, Codice della Strada (vecchio codice, attuale art. 141, comma 4) ed ha confermato la condanna per omicidio all’uomo alla guida del camion, sebbene lui abbia sostenuto di aver rispettato tutte le norme del Codice della Strada.
Molestie tramite chat online
La donna ovviamente usava uno pseudonimo, ed era riuscita a trovare la moglie dell’amante e la cognata sul sito, ma è stata assolta perchè gli indirizzi IP del computer non possono essere controllati senza il decreto del pubblico ministero, come accade per le conversazioni telefoniche.
Con il Procedimento Penale dunque, il Tribunale ha assolto la donna, anche se le motivazioni non sono ancora state rese note.
Guida in stato di ebbrezza 24mila euro di multa
Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha emesso un decreto penale nei confronti della donna 43enne con una multa di ben 24mila euro, oltre ovviamente alla normale confisca del veicolo con cui viaggiava, essendo il tasso alcolemico superiore agli 1,5 grammi/litro.
Semaforo rosso senza incrocio multa nulla se spedita per posta
Dopo aver discusso ieri del calo degli incidenti stradali in Italia nel 2009, trattiamo oggi un argomento sicuramente più leggero, ma molto interessante sotto il punto di vista legislativo.
Partiamo dal dire che l’articolo 384 del Codice della Strada prevede come una della casualità tipiche per l’esclusione dall’obbligo di contestazione immediata solo quella dell’attraversamento di un incrocio con semaforo con luce rossa.
Incrocio con semaforo arancione, bisogna sempre rallentare
Queste sentenza arriva dopo l’episodio di un uomo che sosteneva di aver attraversato un incrocio con la luce del semaforo arancione, che poi tramite le foto si è scoperto essere già scattata a rosso.
L’uomo sosteneva che il tempo di 4 secondi è troppo piccolo per permettere agli automobilisti una frenata sicura prima del segnale di Stop.
Permesso di costruire per tettoia?
La storia raccontata così può sembrare strana, ma la vicenda è molto semplice: con la falsa applicazione dell’art. 12 della l. n. 47/1985 era stato deciso di abbattere tale tettoia che un uomo aveva eretto per parcheggiare il proprio mezzo agricolo.
Software pirata sentenza Cassazione
La Cassazione propone così una netta distinzione tra le aziende ed i liberi professionisti, assimilati in questo caso ad un privato, il quale non utilizza il programma copiato a scopo di lucro.
Rinviata decisione crocifisso in Italia
Al Parlamento europeo si è tornati a parlare della questione, ma è stato rinviato il voto della risoluzione sulla difesa del principio di sussidiarietà in relazione alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Multe semafori intelligenti nulle se non notificate immediatamente
Se la multa per il passaggio con il rosso ai semafori intelligenti non viene notificata subito, quella ricevuta a casa per posta può essere considerata nulla.
Questi semafori da sempre fanno discutere, in quanto possono realmente essere pericolosi, in quanto possono obbligare il conducente ad una frenata improvvisa, il che potrebbe tramutarsi in un tamponamento a catena. Già nel 2005 la Motorizzazione Civile aveva dichiarato illegittimo l’uso di tali dispositivi, ma ovunque continuano ad essere usati dalle Amministrazioni Comunali, probabilmente per “fare cassa”.
Graduatorie assunzioni ASL vale quella più remota
Viene così accolta l’istanza cautelare portata avanti da alcune persone che erano candidate in una graduatoria stilata nel 1999, le quali si sono opposte alla decisione dell’ASL di Lecce che aveva saltato a piè pari questa lista di 10 anni fa.
Socio straniero che apporta denaro nella società
Questo concetto è stato ribadito ancora una volta dal Tar del Lazio, in seguito al ricorso di un cittadino russo presentato contro il Ministero degli Affari Esteri.