Finalmente la Palestina farà parte degli stati osservatori dell'ONU. Ieri con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti l'assemblea della Nazioni Uniti ha decretato il riconoscimento della nazione palestinese.
Ieri l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la richiesta palestinese di diventare uno stato osservatore non membro all’ONU. L’appello di Abu Mazen all’assemblea è stato molto accorato e esplicito invitando gli stati a votare a favore per certificare la nascita dello stato di Palestina e indirizzare il cammino di questa nazione verso la pace con Israele.
La votazione si è conclusa con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti. Nel palazzo di vetro è stata subito issata la bandiera della Palestina, ma al di là dell’aspetto simbolico questo riconoscimento implica la possibilità da parte della diplomazia palestinese di poter rivendicare il proprio territorio in Cisgiordania, Gerusalemme Est e la striscia di Gaza consentendogli la partecipazione a numerose agenzie delle Nazioni Unite oltre che alla Corte penale internazionale.
La decisione dell’ONU però non convince né Israele e né gli Stati Uniti che hanno votato contro. Per gli USA questa scelta delle Nazioni Unite è stata spiacevole e controproducente, perché a detta del segretazio di stato americano Hillary Clinton, solo attraverso dei negoziati diretti, Palestina e Israele possono raggiungere la pace e costituire due stati per due popoli.
Scettica e avversa è anche la posizione di Netanyahu che non crede nell’utilità del voto delle Nazioni Unite ai fini di rafforzare lo stato Palestinese anzi pensa che questo lo impedirà. La convinzione di Israele è che uno stato non si costituisce solo attraverso la votazione dell’ONU e che non ci sarà mai un reale riconoscimento della Palestina finché non ci si siederà ad un tavolo presieduto da Israele e rappresentanti della diplomazia palestinese.
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