Ieri c’è stata la sentenza del Tar di Firenze e oggi si passa alla reazione del Viminale. Il Tribunale ha respinto le zone rosse e ha scatenato la risposta di Matteo Salvini, pronto ad affrontare di petto i magistrati.
Per la magistratura regionale, una parte dei richiedenti asilo va iscritta all’anagrafe. Il ministro degli Interni fa intervenire l’Avvocatura dello Stato, che fa ricorso contro i magistrati per capire la legittimità del giudizio di un tribunale in materia di sicurezza, che per il ministro deve essere esclusiva competenza dello Stato.
La reazione
La reazione di Salvini è il controllo dell’operato dei magistrati che hanno deliberato, seguendo le loro uscite pubbliche e i rapporti di “vicinanza e collaborazione con chi difende gli immigrati contro il Viminale”.
Vegono così seguiti i profili social e abitudini dei magistrati, per capire quali sono i loro rapporti al di fuori del tribunale e se questi rapporti possano aver in qualche modo influito con la sentenza. Sotto il vaglio degli ispettori anche le partecipazioni a presentazioni o le collaborazioni per libri e riviste. Controllate anche le sole presenze a eventi organizzati dalle organizzazioni non governative.
Un caso è quello di Luciana Breggia, che avrebbe partecipato alla presentazione di un libro accanto alla portavoce di Mediterranea.