Lo fanno, naturalmente, anche le istituzioni italiane, cercando di fotografare l’andamento della cosa pubblica negli ultimi 12 mesi o, nel caso in cui l’analisi sia di carattere macroeconomico, degli ultimi anni.
È il caso, per esempio, dell’ISTAT che, proprio sul finire del 2011, racconta, grazie alle proprie rilevazioni statistiche, alti e bassi dell’economia, della politica, della finanza, dell’occupazione e della situazione socio-economico-politica che, in un modo o nell’altro, ciascuno di noi ha vissuto recentemente.
Racconto molto interessante, tra gli altri redatti dall’ISTAT, è quello in merito al livello medio delle retribuzioni orarie e contrattuali delle più svariate categorie, racconto che rende conto delle eventuali rivalutazioni al ribasso, delle considerazioni in merito alla crescita dell’inflazione e alla sempre più marcata perdita di potere d’acquisto degli stipendi, che fotografa lasciando intendere se, negli ultimi anni, gli stipendi hanno subito variazioni che li hanno resi più o meno adatti alle esigenze dei lavoratori.
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Ebbene, secondo questa rilevazione statistica dell’ISTAT, pubblicata solamente oggi, tra il 2009 ed il 2010 sarebbero stati i dipendenti di Palazzo Chigi, ovverosia i lavoratori alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Presidente del Consiglio dei Ministri, ad aver subito la maggiore rivalutazione contrattuale, pari a circa il 15%, equivalente ad un aumento della retribuzione oraria del 9,9%.
Le altre categorie, purtroppo, superano di pochissimo, nel migliore dei casi (quello del personale a terra degli aeroporti) il 5% di rivalutazione contrattuale delle retribuzioni.
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Paradosso che fotografa l’Italia degli ultimi anni è, più di ogni altro valore, l’appena 0,4% di rivalutazione contrattuale delle retribuzioni somministrato ai vigili del fuoco e, più in generale, alle forze dell’ordine.