Sprechi del Governo italiano per i voli di Stato

di Gianni Puglisi Commenta

Sono circa 800 i milioni spesi dall'aviazione italiana, negli ultimi dieci anni, per i cosiddetti voli blu.

Quando si pensa agli sprechi perpetrati dal Governo italiano e, più in generale, dallo Stato, affinché possa garantire, ai propri rappresentati, tutti gli strumenti necessari a compiere, nel più efficiente dei modi possibili, la propria missione, che sarebbe poi quella di elaborare e promuovere leggi che garantiscano l’eguaglianza e lo sviluppo economico tra tutti i cittadini, così che tutti, sebbene sottomessi ai medesimi doveri, possano altresì godere dei ben noti diritti universali dell’umanità, si pensa, solitamente, a giocattoli tecnologici dei più moderni e costosi, a telefonini di ultima generazione, a ricariche telefoniche e prestazioni sanitarie assolutamente gratuite, ad auto blu italiane o straniere e al molte altre peculiarità esclusivamente a loro concesse.

PRIVILEGI DEI POLITICI ITALIANI

Ci si dimentica invece, quasi sempre, dei voli di Stato sebbene, i cosiddetti voli blu, costino alla nazione, annualmente, qualcosa come 100 milioni di euro tra manutenzione, carburante, piloti e simili voci di bilancio.

Le cifre esatte, però e purtroppo a causa dell’insondabilità dei conti stilati dagli incorruttibili burocrati statali, non sono a nostra disposizione ma si stima che, negli ultimi dieci anni e basandosi sulle ultime indagini sull’argomento condotte dalla Fondazione ICSA, i voli di Stato siano costati, a tutti gli italiani, circa 800 milioni di euro per un totale di 85.000 ore di volo.

SPRECHI DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

Si sarebbe ottenuto il medesimo risultato, statisticamente parlando, nel caso in cui un singolo aereo avesse solcato i cieli italiani, ininterrottamente, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per gli ultimi 10 anni.

Il problema delle statistiche e delle considerazioni basate su valori medi, purtroppo, sta nel considerare, appunto, tutti i valori possibili senza rendere conto, nel dettaglio, dei valori estremi.

Così, se nel computo di cui sopra figurano anche, giustamente, i voli internazionali compiuti da Napolitano per ricucire i rapporti dell’Italia con l’Europa, figurano anche, purtroppo, le numerosissime trasferte aeree chieste da molti ministri e sottosegretari, per spostarsi, per esempio, solamente da Milano Malpensa a Milano Linate.