Abolizione delle Province, primo atto

E’ partito il treno delle riforme per quanto riguarda il progetto di abolizione delle Province all’interno del nostro Paese. Non si tratta di un progetto nuovo di zecca, questo è fuori dubbio, ma è altrettanto vero che questa volta sembra si faccia sul serio. Perché le esigenze di risparmio sono sentite da tutti, perché chi tempo fa si opponeva a un simile taglio oggi sembra aver digerito la decisione assai dolorosa dal proprio punto di vista e perché a proporlo e, forse, a portare a termine un progetto di tale portata, non vi è un governo politico in senso stretto ma un governo di unità nazionale che per sua stessa natura e composizione dovrebbe incontrare meno ostacoli e meno opposizioni.

Il processo Stato mafia: Mancino in aula

E’ cominciato oggi il processo per la trattativa tra Stato e mafia che vede coinvolto l’ex presidente del Senato della Repubblica Nicola Mancino. Stamattina, anche lui, è entrato nell’aula bunker del carcere di Pagliarelli di Palermo. La data di oggi sembra studiata di proposito da chi ha deciso il calendario giudiziario delle udienze perché rappresenta il ventisettesimo anniversario della strage di via dei Georgofili di Firenze avvenuta nel 1993 e che rappresenta uno dei tanti tasselli della complicatissima inchiesta sulle trattative tra Stato e Mafia (leggi anche: La fiducia degli italiani nel governo Letta).

Il Quirinale taglia le feste: salvo il 2 giugno

Siamo in un periodo di crisi economica, ci siamo da tanto da tempo e continuiamo a pagarne le spese e, per una volta, non sono i cittadini o i contribuenti a dover fare delle rinunce importanti (leggi: La produzione industriale in Italia). Perché, questa volta, sono le forze dell’ordine a veder tagliata la loro tradizionale festa del 2 giugno che, senza dubbio ci sarà, ma verrà celebrata in modo assai più sobrio e, quindi, a conti fatti, in modo assai più economico, sempre il 2 giugno in concomitanza con la festa della repubblica. Le ultime decisioni in merito sono arrivate ieri e sono nella direzione di un deciso taglio alle spese.

Elezione capo dello stato. I dieci nomi del M5S

 Quasi 50.000 iscritti al portale del movimento cinque stelle hanno dato vita alla prima votazione online per la scelta dei 10 possibili candidati alla Presidenza della Repubblica. Lunedì invece verrà solto il secondo turno di votazione per scegliere uno dei dieci papabili da presentare e votare in Parlamento. La lista dei possibili presidenti della Repubblica secondo il movimento cinque stelle è la seguente: Emma Bonino, Giancarlo Caselli, Dario Fo, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Gino Strada, Milena Gabanelli, Beppe Grillo, Ferdinando Imposimato, Romano Prodi.

M5S contro Napolitano

 

Nuova puntata per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica italiana. In effetti, allo stato delle cose, la principale priorità dell’agenda politica del nostro Paese e, dunque, di conseguenza, il maggiore impegno per i rappresentanti del nostro Parlamento dovrebbe essere la formazione del nuovo governo. Ma, a ben guardare, mentre da un lato ci sono i dieci saggi scelti dall’attuale Capo dello Stato a ragionare per smussare gli angoli tra le opposte fazioni, le scadenze per l’elezione del nuovo Capo dello Stato si avvicinano.

Accordo Berlusconi – Bersani sul Quirinale

I margini per l’accordo tra Berlusconi e Bersani ci sono. E’ questa, nei fatti, la notizia più importante della giornata politica di ieri che ha vissuto un incontro nel pomeriggio tra il segretario del Partito Democratico e leader della coalizione di centrosinistra Pierluigi Bersani e il suo dirimpettaio Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra. Si è trattato di un incontro non ufficiale e neanche risolutivo, ma, ad ogni modo, si è aperto in modo pubblico il dialogo tra le due coalizioni.

I saggi: dieci giorni di tempo

 

La nuova fase della politica italiana ha avuto inizio oggi. A conti fatti i toni da svolta epocale mancano perché da un lato non c’è voglia di calare un alone di novità ad una soluzione che rimane pur sempre una soluzione emergenziale, e, dall’altro, perché parlare di svolta epocale con una serie di saggi e di nomi che, di fatto, entrano ed escono dal mondo della politica da più di uno o due decenni non avrebbe molto senso. Fatto sta che l’extrema ratio proposta nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica, quella de I saggi di Napolitano, ha preso il largo nella giornata di oggi.

M5S contro i saggi di Napolitano

La scelta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare due gruppi di saggi è una scelta sui generis. Si tratta di una forzatura, o meglio di un precedente quasi unico nel suo genere in quanto si tratta di un’ennesima fase di consultazioni, ma portate vanti in modo assolutamente irrituale. A conti fatti, questa volta, nel nostro Paese, dopo le consultazioni del Capo dello Stato, dopo le consultazioni del Presidente del Consiglio che ha ricevuto l’incarico, adesso, le consultazioni saranno condotte da una decina di tecnici. Anche se formalmente non si tratterà di consultazioni ma di trattative punti di convergenza su cui i differenti partiti si diranno d’accordo a formare un governo di scopo.

I saggi di Napolitano

 

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha provato a tirare il cilindro fuori dal cappello, come si è soliti dire in queste occasioni. Il Capo dello Stato, sia nelle dichiarazioni pubbliche che nelle sempre affidabili voci di corridoio che trapelano dal Quirinale, appare realmente preoccupato e guarda a questi giorni come ad uno dei periodi più difficili che la storia dell’Italia repubblicana ricorderà nei prossimi decenni. Di qui una vera e propria forzatura, una trovata del tutto nuovo e senza precedenti di sorta: una sorta di consiglio di saggi in grado di continuare le consultazioni, anche in seguito allo Scontro Grillo – Bersani dopo le consultazioni.

Napolitano, incarico a Bersani

 

Il primo passo per uscire dallo stallo in cui le elezioni del 24 e del 25 febbraio hanno gettato il nostro Paese è stato fatto. Potremmo dire anche che il dado è tratto per dare enfasi a quanto accaduto ieri, ma dovremmo contemporaneamente non abbandonare la misura. Diciamo che il Capo dello Stato non ha fatto scelte azzardate (leggi: L’incarico a Bersani?) e si è limitato a fare la cosa più ovvia, vale a dire a dare l’incarico a chi ha avuto la maggioranza alla Camera dei Deputati. Fermo restando che in questo caso non è detto che Bersani incassi la fiducia al Senato.

L’abolizione delle Province in Sicilia

 

In Sicilia non esistono più le Province. Ieri sera l’Assemblea regionale ha abolito le Province, cancellato le elezioni di primo grado e commissariato gli enti. L’obiettivo è la creazione di consorzi liberi tra Comuni al posto delle province. Svolta epocale dunque, al livello locale, nella fattispecie al livello regionale, ma anche al livello nazionale perché la Regione Sicilia è la prima ad adottare una misura del genere ed è la prima a dare un impulso tutto nuovo all’agenda politica nazionale in un momento di stallo nazionale (leggi: La maggioranza di Bersani). E’ ovvio che si tratta di un caso isolato, ma è altrettanto ovvio che ieri sera sono stati gettati i presupposti per qualcosa di estremamente innovativo.