Il Lodo Schifani è stato approvato dal Parlamento per evitare che le 5 più alte cariche dello stato potessero venir processate nel corso di svolgimento delle proprie funzioni istituzionali.
LODO SCHIFANI
Inizialmente proposto da Antonio Maccanico (allora deputato della Margherita) per evitare che l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai tempi impegnato anche in Europa nel ruolo di Presidente del Consiglio europeo, venisse arrestato, ledendo così in maniera irrimediabile l’immagine del Bel Paese all’estero, venne in seguito emendato da Schifani (da qui il nome Lodo Schifani) e successivamente approvato dal Parlamento italiano in data 22 giugno 2003.
Le modifiche approvate, ovverosia quelle proposte da Renato Schifani, riguardano esclusivamente il 1° articolo del Lodo Maccanico che adesso recita: “Non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione fino alla cessazione delle medesime, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale”.
DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALITÀ
La legge, sin da subito tacciata con la definizione ad personam a causa del fatto che avrebbe potuto evitare, come poi effettivamente avvenne, il possibile coinvolgimento di Silvio Berlusconi nel corso del cosiddetto processo SME, è stata poi dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale con sentenza del 13-20 gennaio 2004.
In particolare, come si può evincere dalle dichiarazioni conclusive della Corte, l’articolo 1 del Lodo Schifani è stato considerato quale una palese violazione degli articoli 3 della Costituzione (sul principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge) e dell’articolo 24 (sul diritto di ogni cittadino di procedere in giudizio).
A seguito della sentenza l’articolo 1 del Lodo Schifani non fa più parte dell’ordinamento giuridico italiano.
In seguito, nel 2008, il Lodo Schifani è stato leggermente modificato da Angelino Alfano, allora ministro di Grazia e Giustizia. Anche in questo caso, però, la legge è stata abrogata per palese incostituzionalità.