Elezioni 2013: lo scontro Monti-Casini

 Prime tensioni tra Monti e Casini. Il patto stipulato nelle settimane precedenti all’inizio della campagna elettorale tra il leader dell’Udc e il premier dimissionario vacilla già adesso, ben prima del risultato elettorale e ben prima anche dell’immediato post voto. Di fatti l’alleanza, se di alleanza vera e propria è a questo punto corretto parlare, secondo molti analisti sarà chiamata alla prova più dura proprio nella formazione dell’ipotetica coalizione di governo immediatamente dopo il responso delle urne.

Ecco il simbolo della lista Monti al Senato “Scelta Civica con Monti per L’Italia”

Ecco presentato il simbolo (senza la dicitura scelta civica) che si presenterà come lista unica al Senato in cui confluiranno FLI, Montezemolo e UDC. Per la camera invece la coalizione centrista, montiana, avrà tre liste una per la società civile, una per l’Udc forse con il nome di Casini e una di Futuro e Libertà con il nome di Fini. Questo sarà lo schieramente che al Parlamento darà battaglia per sostenere l’uscente premier dimissionario.

Casini apre a D’Alema

Arriva da Pierferdinando Casini un’apertura alla proposta di Massimo D’Alema del Pd.

Il leader Udc intervenendo a Sky ha dichiarato che sulla proposta di D’Alema (andare al voto anticipato con un fronte comune antiberlusconiano) serve una riflessione molto seria, non può essere liquidata con una battuta.

Udc apre ad un governo d’armistizio

Pier Ferdinando Casini, in occasione dell’assemblea nazionale dell’Udc, tenutasi ieri a Milano, ha aperto le porte ad un ingresso nel governo attuale, proponendo un governo d’armistizio, a patto però di cambiare.

Il leader del partito di centro ha chiesto che si cambi per davvero, con fatti e non solo con parole, portando così alla creazione di un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale.

Aggravante per violenza omofobica, non approvato

Grazie ad un emendamento dell’UDC di Pierferdinando Casini non verrà introdotto all’interno dell’articolo 61 del codice penale l’aggravante inerente all’orientamento sessuale. L’emendamento dell’UDC afferma che tale aggravante risulterebbe non conforme all’articolo 3 della costituzione che dichiara il principio di uguaglianza.

In base a quello sancito dal partito di Casini, che ha ricevuto il plauso da diversi schieramenti politici, non sarebbe corretto offrire un trattamento privilegiato ad una persona solamente per il proprio orientamento sessuale.

PD a rischio scissione

In questi giorni non sono tranquilli, i sonni di Walter Veltroni.
Assediato da tutte le parti, il segretario del Partito Democratico si sforza di richiamare collaboratori e dissidenti a unirsi verso l’obiettivo delle elezioni politiche e amministrative di giugno, appuntamento elettorale di importanza cruciale per il partito e per la stessa leadership di Veltroni. L’ex sindaco di Roma ha inviato il suo braccio destro Dario Franceschini a interloquire con tutte le mille anime del partito per ricomporre le fratture e appianare le tensioni.

Ma la cosa appare tutt’altro che facile: inchieste giudiziarie in tutta Italia, “capibastone” locali (per usare i termini dello stesso Veltroni) sul piede di guerra, sedi regionali commissariate ovunque, persino poco eleganti diatribe sui vecchi fondi di DS e Margherita.

Le reazioni all’intervento del premier

L’intervento a tutto campo di Silvio Berlusconi in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa non ha lasciato indifferente il mondo politico.

La maggioranza ha sostenuto in maniera compatta la posizione del premier. Solo il reggente di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa si è dichiarato poco propenso a riaccogliere l’UDC fra le file del centrodestra: “Dico sì ma a patto che la smetta di fare la politica dei due forni alleandosi una volta con noi e l’altra con la sinistra”.