La Lega Nord potrebbe non candidarsi alle elezioni 2013

Che ci crediate o no, voi tutti detrattori piuttosto che ammiratori del partito politico italiano più amato e odiato dell’intera Seconda Repubblica, la Lega Nord, per ammissione stessa del proprio stesso leader, ovverosia di quel Roberto Maroni che, volente o nolente, dopo le gravissime accuse ai datti della Famiglia Bossi, del cerchio magico, del tesoriere Belsito e del senatore Stiffoni, si sarebbe ritrovato tra le mani le redini di un movimento impazzito, liquefatto, incapace di riconoscere se stesso e le proprie origini e, proprio per questi motivi, virtualmente incontrollabile, potrebbe non presentarsi alle elezioni politiche della primavera del 2013.

Umberto Bossi ha tradito la Lega Nord

Vi sarebbe oggi da segnalare come il leader, indiscusso ed incontrastato leader, della Lega Nord, il senatore Umberto Bossi, abbia negli ultimi anni, grazie alla complicità dell’ex tesoriere del partito, ovverosia Francesco Belsito, ed allo strapotere ricoperto in quello che, a tutti i diritti, potrebbe tranquillamente venir definito quale un vero e proprio partito personale ed individuale, realtà dei fatti immediatamente riconoscibile poiché la Lega Nord, sin dai propri inizi, sarebbe stata la diretta emanazione del pensiero politico del proprio fondatore, letteralmente tradito i propri elettori.

Umberto Bossi, leader della Lega Nord, indagato per truffa

Dopo Francesco Belsito, ex tesoriere oggi indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato italiano, e Piergiorgio Stiffoni, senatore oggi accusato di aver commesso il reato di peculato, nel mirino degli inquirenti che, in questi giorni, starebbero indagando sui rimborsi elettorali che la Lega Nord avrebbe indebitamente sottratto, allo scopo di usufruirne in maniera impropria ed illegale, allo Stato italiano e, di conseguenza, a tutti i cittadini e a tutti gli elettori italiani, sarebbero finiti anche il leader, fondatore ed ispiratore del movimento popolare xenofobo ed omofobo, Umberto Bossi, ed i figli dello stesso, Renzo “Trota” Bossi e Riccardo Bossi.

L’orgoglio leghista e le scuse di Bossi

La disfatta, completa e totale, della Lega Nord sembrerebbe non essere stata avvertita, o per lo meno non essere stata pienamente avvertita in tutta la propria concretissima realtà, dai militanti più duri e puri del partito padano che, riunitisi in questi giorni a Bergamo, in occasione di quelle che sarebbero state immediatamente ribattezzate quali le “Giornate dell’Orgoglio Leghista”, si sarebbero schierati ora con uno (Umberto Bossi) ora con l’altro (Roberto Maroni) leader della Lega Nord ma mai, in nessun momento, contro i vertici del partito.

Il ruolo del cerchio magico nella storia della Lega Nord

Uno dei principali problemi della Lega Nord, partito capace di affondare le proprie radici nella ribellione che avrebbe fatto intrinsecamente parte del fallimento, innegabile, della Prima Repubblica, sarebbe stato quello dell’incapacità di rinnovarsi seguendo le tendenze politiche maggiormente attuali nonché impedendo, all’interno del partito, l’evoluzione, chiara e completa, di qualsiasi corrente di pensiero che non fosse quella espressa dal cosiddetto cerchio magico.

Le tre indagini che incastrano la Lega Nord

Tiene ancora banco, e ancora per molto tempo continuerà a farlo, l’arresto dell’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, genovese di nascita ma padano di vocazione ed adozione, cui sarebbero seguite, dopo le prime conferme della magistratura, le dimissioni del leader storico della Lega Nord, Umberto Bossi, che da oltre 20 anni starebbe tenendo le fila del proprio partito nonché, grazie al condizionato appoggio di Silvio Berlusconi (del quale in più occasioni avrebbe deciso le sorti), dell’Italia intera.

La Padania batterà la propria moneta

Sulla questione della manovra salva-Italia, del neo insediatosi, su mandato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Governo Monti e, soprattutto sulla crisi da debito sovrano e sulle difficoltà che l’euro, negli ultimi mesi, ha riscontrato, è tornato a parlare il leader della Lega Nord Umberto Bossi che, a margine di un convegno del proprio partito, recentemente tenutosi a Milano, ha tenuto a precisare la propria opinione sugli argomenti succitati nonché sullo storico alleato Silvio Berlusconi con il quale, lo ricordiamo, ha governato l’Italia, tra alti e bassi, per ben quattro mandati.

Il Governo Monti sta lavorando alla nuova manovra

Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, sta lavorando, assieme alla squadra dei Ministri, per velocizzare i tempi in vista della preparazione di una nuova manovra che risolva la crisi finanziaria italiana e auspichi il fatidico pareggio di bilancio nel 2013. Tutto ciò è stato riferito ieri, al vertice di Strasburgo, dal Professore alla Cancelliera tedesca Angela Merkel e al Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy.

Alfano propone una nuova legge elettorale

Angelino Alfano, attuale coordinatore unico del Popolo delle Libertà, avrebbe ricevuto il beneplacito di Silvio Berlusconi, attuale Primo Ministro, per la creazione di una nuova formula elettorale.
La questione, sicuramente scottante, si è dovuta riaprire, a detta proprio dell’ex ministro della Giustizia, per rinvigorire quella coesione che permise al centrodestra di vincere le elezioni ma che, ora come ora, attanagliata com’è l’Italia da mille problemi che necessitano d’urgente risposta, problemi ai quali ogni esponente dell’Esecutivo vorrebbe reagire in maniera differente, , scricchiola pericolosamente.

Vicenda Milanese – Tremonti

Due pesi e due misure. Questa l’aria che si respira a Montecitorio e dintorni in seguito alla voto di oggi pomeriggio con il quale è stato deciso di non procedere all’arresto di Marco Milanese, ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Tutto cominciò, come ricorderete, a causa della casa romana intestata e pagata da Marco Milanese ma sfruttata proprio dal ministro al centro della bufera per le vicende correlate alla manovra finanziaria 2011.

Decreto sul federalismo fiscale, arriva il primo via libera

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha comunicato che il decreto attuativo del federalismo fiscale riguardante i tributi delle regioni e i costi della sanità ha ricevuto il primo via libera da parte del Consiglio dei ministri. Il testo ora dovrà essere approvato dalla Conferenza Unificata e dal Parlamento, per poi tornare nuovamente all’esame del Consiglio dei ministri per il via libera definitivo.

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha affermato che il via libera del Consiglio dei ministri è un grande passo per il nostro Paese, sottolineando che oggi per l’Italia è un giorno molto importante.

Bossi: “Fini ce l’ha col Nord”

La situazione è difficile, Fini ce l’ha con il Nord“. Queste le prime considerazioni di Umberto Bossi, segretario della Lega e ministro delle Riforme, espresse oggi a una festa del Carroccio in Valcuvia. “Per Berlusconi la strada è molto stretta – ha poi detto – se Silvio dava retta a me si andava ad elezioni prima“.