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Il leader della Lega Nord, lasciando Villa Campari, ai giornalisti ha detto che per ora si va avanti così, senza nessuna elezione anticipata, e senza Udc.
Il leader della Lega Nord, lasciando Villa Campari, ai giornalisti ha detto che per ora si va avanti così, senza nessuna elezione anticipata, e senza Udc.
Ormai l’Italia è abituata alle imposizioni della Chiesa e in questo fine settimana la santa sede ha chiesto all’Italia di essere molto più tollerante nei confronti degli immigrati clandestini. Subito Umberto Bossi ha ribattuto chiedendo che fosse il Vaticano ad ospitare e aprire le porte all’immigrazione clandestina.
Ciampi si dice preoccupato per le parole di Umberto Bossi avendo però la forte speranza che le generazioni future possano governare il nostro Paese con estremo interesse per i valori base che uniscono l’Italia intera.
Non solo voti, ma anche seggi, perchè, con le affermazioni del presidente del consiglio Silvio Berlusconi che sottolineano che il neonato PDL punta a raggiungere il 51% dei voti, la Lega Nord non risulterebbe più essere l’ago della bilancia.
Il 51% dei voti al PDL, grazie al premio di maggioranza che regalerebbe seggi al partito che ha preso più voti e non alla totale coalizione, garantirebbe la governabilità del paese anche senza il supporto della Lega Nord di Umberto Bossi.
Bossi si augura che la sinistra si astenga dalle votazioni senza quindi votare contraria. Il federalismo fiscale porterebbe più poteri in termini di tassazione e spese alle regioni decentrando il potere. Il ministro per le riforme fa notare che Berlusconi debba prima discutere con le regioni anche per il decreto sul piano casa in modo tale da non avere uno scontro diretto e deleterio.
Le casse di risparmio italiane durante gli anni ’80 potevano garantire il credito a tutte le piccole e grandi imprese che hanno reso l’Italia forte. Oggi tutto questo non c’è più e il senatur si dice daccordo con Tremonti sulla possibilità di nazionalizzare le banche a patto che queste possano aiutare le famiglie e le imprese oggi in forte difficoltà.
Tremonti ribatte di essere favorevole a non aiutare tutti quei banchieri che nel passato hanno fallito e che sono la causa, anche se parziale, della crisi che il mondo sta vivendo.
Non a caso uno dei leader locali più influenti del Partito Democratico, Sergio Chiamparino, preme per costituire un ancora poco chiaro “PD del Nord”. Ma è nella maggioranza di centrodestra che le acque si stanno agitando giorno dopo giorno, nonostante le rassicurazioni quotidiane del premier Silvio Berlusconi.
Il premier, spiega Cota, ha ormai accettato che nell’agenda parlamentare il federalismo fiscale è al primo posto. Esiste d’altronde un testo ormai pronto, su cui anche l’opposizione ha mostrato punti di convergenza.
Sulla giustizia, invece, c’è ancora da discutere. La Lega, in particolare, sembra accettare le idee di fondo di Berlusconi ma ha qualche perplessità in merito alle intercettazioni.
Il partito guidato da Umberto Bossi sta lavorando alacremente da mesi per giungere ad un accordo il più ampio possibile sulla riforma federalista dell’assetto dello Stato, con particolare attenzione al federalismo fiscale.
E tuttavia, pure in un momento politico in cui la maggioranza di centrodestra appare in grande spolvero, pare che qualche sassolino si sia inserito nell’ingranaggio. Sebbene dal premier in giù tutti lo abbiano minimizzato, sembra che il risicato 12% acquisito dall’intero PdL nelle elezioni in Trentino abbia destato qualche preoccupazione.
In effetti, in quella stessa occasione la Lega Nord ha sopravanzato i voti del partito di Berlusconi, e anche i sondaggi in Veneto confermano il movimento di Bossi come primo partito.
Addirittura, pare che a livello nazionale le intenzioni di voto a favore della Lega Nord sfiorino l’11%, ben tre punti in più rispetto alle elezioni di appena sei mesi fa. Sono in molti a ritenere che ciò si possa spiegare solo con il tradizionale e persistente radicamento nel territorio della compagine leghista.