Rimborso azioni Alitalia entro il 31 Agosto

Come sappiamo il caso Alitalia ha fatto imbestialire dipendenti, fornitori, cittadini comuni, ma anche i risparmiatori che hanno acquistato azioni e obbligazioni Alitalia.

Il titolo Alitalia è stato sospeso dalle contrattazioni in Borsa il giorno 3 Giugno 2008 quando la quotazione era di 0,445 euro per azione. Da allora i risparmiatori non hanno più potuto ottenere un rimborso dei propri soldi investiti.

Grazie anche all’Adiconsum è stato innalzata la percentuale di rimborso per gli obbligazionisti ed è stato previsto un rimborso in via del tutto eccezionale anche per i singoli azionisti molti dei quali privati cittadini che tenevano il 51,1% delle azioni in Borsa.

Battaglia fra Malpensa e Fiumicino

La Lega Nord è assolutamente contraria all’alleanza fra la nuova Alitalia e la compagnia transalpina Air France – KLM. Il motivo è molto semplice: poiché per i francesi lo scalo principale è quello di Parigi, essi si battono per evitare che la società italiana assuma come punto di riferimento lo scalo di Malpensa, che finirebbe per fare concorrenza al “Charles De Gaulle” per motivi di maggiore vicinanza geografica in confronto a Fiumicino.

Poiché invece i tedeschi di Lufthansa sarebbero più propensi a valorizzare l’aeroporto lombardo e non a ridimensionarlo, la conclusione è che il partito di Umberto Bossi sta muovendo tutte le sue pedine perché il famigerato partner straniero che dovrebbe entrare da mesi nell’azionariato della Compagnia Aerea Italiana sia appunto Lufthansa e non Air France.

Alitalia sta per tornare a decollare

L’assemblea dei soci di CAI ha stabilito il ritorno al nome storico della compagnia di bandiera: venuto meno ogni altro appellativo, la fusione fra Air One e la parte sana della vecchia società dà quindi vita ad Alitalia, semplicemente.

Il decollo dei primi voli, dopo i rinvii delle settimane scorse, è previsto per il prossimo martedì 13 gennaio, come segnalato nei giorni scorsi da una pagina pubblicitaria apparsa nei maggiori quotidiani del Paese, dove si citano i punti di forza su cui si farà leva: dai “valori della migliore tradizione aeronautica italiana” ad un “nuovo e ampio network di collegamenti” fino a “una flotta moderna ed efficiente”.

Alitalia, molti i punti in sospeso

Sebbene la vertenza sui piloti abbia catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica, in realtà la difficile transazione che vede coinvolte in prima linea Alitalia, CAI, Governo e sigle sindacali deve districarsi fra diverse questioni di cui al momento la soluzione non appare ancora a portata di mano.

Per esempio, deve ancora trovare un definitivo chiarimento la travagliata questione del partner estero, cui dovrebbe essere affidata una quota di minoranza della nuova compagnia, fra il 10 e il 20% dell’azionariato, al fine di conferire solidità e credibilità alla nuova azienda senza togliere quella patente di italianità cui il Governo tiene tantissimo. Non si sa ancora però chi la spunterà nell’eterna lotta fra Lufthansa e Air France; e non si può nemmeno escludere che dal cilindro salti fuori un terzo concorrente ancora nell’ombra.

Prestito-ponte all’Alitalia: una tegola pesante sugli italiani

Mentre gli “scioperi bianchi” avviati spontaneamente da piloti e assistenti di volo stanno paralizzando il traffico aereo, e mentre si attende con preoccupazione il primo sciopero effettivo dei proclamati quindici giorni da parte delle sigle autonome degli stessi lavoratori, sulla travagliatissima questione CAI-Alitalia si abbatte un’altra tegola.

Una tegola che non sorprende nessuno, peraltro, poiché era stata messa in conto ormai da settimane, ma non per questo i suoi effetti sono meno dolorosi. Si tratta della pre-annunciatissima bocciatura da parte della Corte di Giustizia di Bruxelles del cosiddetto “prestito-ponte” pari a trecento milioni di euro che lo Stato aveva fornito a settembre all’Alitalia per continuare a garantire il proprio funzionamento fino al momento del decollo della nuova compagnia.

Ma per le autorità europee il prestito costituisce un illegittimo aiuto di Stato, tale da violare la concorrenza (perché le altre compagnie europee non godono di altrettanti supporti da parte delle autorità statali), e quindi deve essere restituito al bilancio statale.

Piloti, ormai è guerra

Ormai niente sembra più in grado di fermare l’autentico conflitto sociale scoppiato fra la Compagnia Aerea Italiana, sostenuta dal Governo, e le sigle autonome di piloti e assistenti di volo, che nei giorni scorsi hanno rifiutato di sottoscrivere il nuovo contratto di lavoro che sancirebbe la fine del loro rapporto con la vecchia Alitalia e il loro passaggio sotto le insegne della nuova società.

In questi giorni la situazione, già tesa, sembra ormai precipitata. I piloti, dopo un’infuocata assemblea sindacale, hanno annunciato di voler tenere ben quattordici giorni (non consecutivi) di sciopero da qui fino alla prossima primavera. La prima data sarà quella del 25 novembre, l’ultima quella del 26 maggio.

E tuttavia, già nella giornata di ieri, lunedì 10, si sono avuti i primi effetti del malumore dei piloti, con effetti devastanti in una giornata in cui già era previsto lo sciopero generale nel settore dei trasporti per motivi legati al rinnovo dei contratti.

Alitalia, continua il braccio di ferro

Non accenna ad arrestarsi lo scontro fra i vertici della Compagnia Aerea Italiana guidata da Roberto Colaninno e le quattro (ANPAV si è dissociata) sigle autonome di piloti e assistenti di volo. Queste ultime da alcuni giorni hanno rifiutato di sottoscrivere l’accordo raggiunto fra la CAI e i sindacati confederali e minacciano una protesta ad oltranza.

Tuttavia, sembra che Colaninno non ne sia intimorito. Il patron della Piaggio si dichiara intenzionato ad andare avanti comunque con i lavoratori favorevoli al progetto e ha dichiarato che non si siederà più ad alcun tavolo con i sindacati di base: i piloti e gli assistenti di volo saranno convocati individualmente e si tratterà con ognuno di loro individualmente.

Piloti e Colaninno ai ferri corti

Piloti e assistenti di volo, che già si erano rivelati i più irriducibili nella faticosa trattativa di inizio autunno, hanno dunque disseppellito l’ascia di guerra.

Le loro rappresentanze autonome (Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl) hanno rifiutato di firmare il contratto già sottoscritto dalla CAI e dai sindacati confederali.

Alitalia, torna la bufera

Da qualche settimana non si parlava più del caso Alitalia, e sembrava proprio che la questione si potesse considerare ormai risolta e accantonata. Che fosse una pia illusione lo si è scoperto nell’ultimo weekend, con il riesplodere improvviso e tesissimo delle vicende sindacali.

Il primo segnale del riaprirsi di vecchie ferite si è avuto giovedì 30, con la rottura al tavolo delle trattative fra l’amministratore delegato della neonata Compagnia Aerea Italiana (CAI) Rocco Sabelli e il cartello che raggruppa le nove sigle sindacali che ai primi di ottobre, dopo un’interminabile trattativa, avevano alla fine raggiunto l’accordo sulla piattaforma contrattuale da adottare, con la mediazione del Governo.

Alitalia, piovono le proposte d’acquisto

Da qualche giorno sembra spirare un’aria nuova sulla vicenda dell’Alitalia. Dopo la firma del contratto da parte di tutte le rappresentanze dei lavoratori, compresi i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo, sembra che le tensioni, seppure non spente, siano comunque fortemente ridimensionate.

A riprova del momento positivo, da cogliere al volo da parte dei dirigenti della nuova società CAI e del commissario straordinario Augusto Fantozzi, si segnalano gli interessamenti provenienti da numerosi soggetti sia per la compagine azionaria della nuova società che per l’acquisto degli asset della vecchia compagnia.