Di Pietro: batosta elettorale e tesoretto

Non sono settimane facili per Tonino Di Pietro. L’ex magistrato che ha messo via da tanti anni la toga per intraprendere, anche con discreto successo, la sua avventura politica, sembra, allo stato delle cose, essere prossimo al capolinea. Un capolinea politico, che si intenda, è che, di fatto, non è mai apparso così vicino dopo i risultati elettorali del 24 e del 25 febbraio che hanno estromesso il Tonino nazionale da Montecitorio e che hanno eroso in maniera inequivocabile il consenso che l’Italia dei Valori aveva accumulato nel corso degli anni.

Antonio Ingroia si candiderà alle politiche 2013

Antonio Ingroia, magistrato palermitano classe 1959, che face parte del pool di Falcone e Borsellino, ma diventato fomaso per l’attuale processo sulla trattativa stato mafia dal quale sono emerse intercettazione che ascoltavano anche il Presidente Napolitano, annuncia la sua candidatura alle politiche del 2013 o per lo meno ha chiesto l’aspettativa al Consiglio Superiore della Magistratura per motivi elettorali.

Opposizione: processo Mediatrade eversione Berlusconi

In merito al processo Mediatrade che vede Silvio Berlusconi, incriminato per appropriazione indebita e frode fiscale, hanno parlato oggi indignati Antonio Di Pietro, Emanuele Fiano e Pierferdinando Casini.
Il primo condanna con parole molto dure il presidente del Consiglio, dicendo che il capo del Governo rifiuta le regole dello stato di diritto ed il controllo della legalità; in più chiede che in questa situazione prenda la parola il presidente della Repubblica e che assuma delle decisioni in merito, prima che diventi troppo tardi.

Beppe Grillo potrebbe vincere le primarie

Il PD negli ultimi giorni si è trovato tra le mani una bella patata bollente genovese chiamata Beppe Grillo. Dopo infinite provocazioni e puntualizzazioni che andavano a spulciare nello statuto del PD, anche Beppe Grillo è finalmente diventato un tesserato del Partito Democratico.

La tessera gli è stata consegnata dal circolo del PD “Martin Luther King” e adesso anche Beppe Grillo può presentarsi alle primarie di ottobre per diventare segretario generale del PD.

Referendum contro il lodo Alfano non passa la commissione

Il 7 Gennaio 2009 il segretario del partito Italia dei Valori Antonio Di Pietro aveva portato le firme di migliaia di cittadini che si erano prestati per far approvare un referendum con il quale si voleva abrogare la legge meglio definita come Lodo Alfano con la quale si stabilisce l’immunità parlamentare per le 4 più alte cariche dello stato tra cui quindi anche Silvio Berlusconi il quale sarebbe, a detta di Di Pietro, l’unico a beneficiarne.

A quanto pare la raccolta di firme non è andata a buon fine e, anche se ancora la notizia non è stata ufficializzata, la raccolta non ha passato il giudizio della consulta.

Intercettazioni, via libera dalla commissione giustizia

E’ un disegno di legge duro quello che ha appena avuto il benestare dalla commissione giustizia della camera sulle intercettazioni telefoniche.

Il quadro del ddl lo avevamo già descritto e discusso in alcuni articoli precedenti, ma ieri si sono resi noto anche due emendamenti che potrebbero portare al carcere fino a 3 anni i giornalisti e gli editori che pubblicheranno informazioni vietate. Il giornalista e l’editore che pubblica intercettazioni destinate al macero rischia fino a 3 anni di reclusione e l’editore che pubblicherà sul proprio giornale argomenti legati alle intercettazioni rischierà una multa molto salata meglio definita come 370 mila euro mentre il giornalista che firmerà l’articolo rischia fino a 30 giorni di carcere e una multa fino a 5000 euro.

Rutelli: Veltroni deve sfruttare l’occasione della crisi

Francesco Rutelli, leader della Margherita, intervistato da Francesco Verderami del Corriere, afferma di vedere il PD abbastanza impotente non in grado di sfruttare le molte occasioni che il governo gli sta proponendo.

Per la prima volta, dopo le elezioni, l’alleanza di governo capitanata da Silvio Berlusconi risulta essere in apparente difficoltà causata da alcuni battibecchi tra il leader della Lega Nord Umberto Bossi e PDL e da incomprensioni interne al Partito della Libertà.

Referendum contro il lodo Alfano in avvio

La battaglia dell’Italia dei Valori contro la legge Alfano, che sospende i processi per le quattro più alte cariche istituzionali per tutta la durata della legislatura, ha raggiunto un punto di svolta importante. Il leader del partito, Antonio Di Pietro, ha depositato in Cassazione circa un milione di firme di cittadini che chiedono l’indizione di un referendum abrogativo.

Di Pietro ha assicurato che le firme sono state ricontrollate molte volte e dunque non dovrebbero sussistere dubbi sul superamento della soglia stabilita dall’articolo 75 della Costituzione, pari a cinquecentomila sottoscrizioni.

Visibilmente soddisfatto l’ex magistrato, che sottolinea che le cariche beneficiate da questa legge “anche se ammazzano la madre non vengono processate, contrariamente a quanto accadrebbe tutti gli altri cittadini”.

Silvio Berlusconi odia il rosso

Da Montesilvano, in provincia di Pescara, il premier Berlusconi, lì per la campagna elettorale in vista delle votazioni regionali, ha attaccato duramente l’opposizione, in particolar modo Antonio Di Pietro, originario della zona, pricipale esponente dell’IDV e magistrato allorquando dovette indagare nel processo “Mani Pulite”.

Proprio questo processo, pur avendo accertato i reati di centinaia di politici dei tempi, con conseguenti condanne per i rei, è stato più volte accusato dallo stesso capo di governo di essere il responsabile del regresso economico del nostro Paese, il quale era riuscito ad assicurare il benessere ai propri abitanti grazie al pentapartito, poi smembrato e distrutto dal suddetto processo, che, sempre per il Primo Ministro, è stato solamente un’azione politica condotta contro la democrazia da magistrati faziosi, che avrebbero voluto consegnare la nostra Nazione nelle mani dei comunisti, portatori di terrore e morte.

Silvio Berlusconi a tutto campo

Com’era facile prevedere, non si è fatta attendere la reazione di Silvio Berlusconi alla manifestazione del Partito Democratico di sabato scorso al Circo massimo di Roma.

Dopo aver dubitato della veridicità della stima dei partecipanti diffusa dagli organizzatori (circa due milioni e mezzo di persone), il Presidente del Consiglio ha riconosciuto la connotazione legittima e democratica dell’evento, ma ha escluso che esso possa in qualunque modo apportare delle modifiche alla linea portata avanti dal Governo nei diversi campi.

Il lodo Alfano verso il giudizio della Consulta

Non è solo la raccolta delle firme da parte dell’Italia dei Valori per un referendum abrogativo a preoccupare il ministro Alfano: la seconda minaccia per la tenuta della legge che porta il suo nome, e quella probabilmente più pericolosa, è data dal rinvio alla Consulta del giudizio di legittimità costituzionale del lodo.

Già nel 2004, il predecessore dell’attuale norma, il lodo Schifani, fu bocciato dalla Corte Costituzionale per due motivi diversi: