La politica monetaria della BCE

Mai come nella scorsa settimana e in quella appena cominciata le vicende di politica interna del nostro Paese si intrecciano a doppio filo con quelle dell’Unione Europea. Potremmo quasi prendere ad esempio gli ultimi giorni del nostro governo e del nostro dibattito politico per intavolare una qualsiasi discussione sui rapporti che ci sono tra uno Stato Membro e l’Unione europea perché in rapida successione abbiamo parlato di bollettino della Banca Centrale Europea, di obblighi derivanti dai trattati, del Fiscal compact e anche di altro. E, in tutti questi casi, abbiamo sottolineato come le vicissitudini italiane siano ormai inscindibili da quelle europee.

Il bollettino BCE sull’Italia

Le richieste di Bruxelles per l’Italia non si fermano. A conti fatti, in un momento economicamente così preoccupante sia per il nostro Paese che per tutta l’Eurozona, uno dei comandamenti più diffusi è proprio l’invito alla coesione delle forze politiche e l’adempimento agli obblighi comunitari. E, in occasioni del genere, quando si parla di obblighi comunitari il pensiero corre direttamente sia a questioni di natura politica, ma soprattutto, in primo luogo alle raccomandazione che vengono ciclicamente prodotte dalla Banca Centrale Europea. E nostro obiettivo di oggi è offrire una sintesi ed un’analisi di contenuto ai principali dettami della BCE sul nostro Paese.

Il salvataggio di Cipro

Una soluzione formale per la crisi di Cipro c’è. Nella tarda serata di ieri è stato raggiunto un accordo per sbloccare una prima ondata di aiuti e per cercare di evitare il fallimento dell’isola. Un fallimento che sarebbe stato sinonimo di bancarotta per l’intero Stato e avrebbe rappresentato un precedente degno di nota: Cipro sarebbe stato il primo Stato ad uscire dall’euro. Si tratta di un accordo sanguinoso per la condizione delle finanze dell’isola e per moltissimi risparmiatori privati di Cipro, ma, a quanto pare, si è trattato comunque della soluzione meno dolorosa.

Berlusconi contro Monti e la Merkel

Le ripercussioni dell’ultimo incontro pubblico tra il premier dimissionario Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel travasano nell’agenda politica italiana. E dettano, di fatto, le linee guida del dibattito di questi giorni essendo l’argomento centrale di discussione, e di polemica, anche tra le altre nostre forze politiche. Accade in pratica che l’incontro Monti – Merkel e di fatto, potremmo dire, L’intesa Monti – Merkel in campagna elettorale, abbia innescato nuove polemiche tra Berlusconi (in primis) e Bersani.

Proposte concrete per uscire dalla crisi

Fra qualche giorno, precisamente venerdì 9 dicembre 2011, si terrà il summit delle nazioni aderenti l’Unione Europea le quali, secondo le indiscrezioni, dovrebbero elaborare le più idonee strategie affinché l’Europa possa, senza traumi a carico di nessuno dei Paesi membri, uscire dalla crisi da debito sovrano efficacemente e velocemente recuperando, ove possibile, quei fondamentali che, a loro tempo, fecero propendere per la creazione di un’Europa unita che potesse conquistare un ruolo di fondamentale importanza nel consesso internazionale ponendosi quale punto di riferimento globale.

MARIO DRAGHI SULLA CRISI DELL’EUROZONA

Il problema della Fiducia

Parliamo della fiducia nel nuovo Esecutivo che il Professore e neo Senatore a vita Mario Monti si accinge a varare, infatti in queste ore proseguono le consultazioni politiche per sciogliere le ultime riserve. I numeri non sono ancora sicuri, anche perché parliamo di una fiducia “alla cieca” non avendo in mano la formazione che scenderà in campo, e molte perplessità restano su diversi fronti dove si fanno sentire voci di malcontento.

Discorso di Draghi alla presidenza della Bce

In una giornata convulsa come quella odierna, in cui si apre il vertice G20 a Cannes, dove i grandi della terra sono riuniti per parlare della crisi mondiale, la Grecia sembra avviarsi verso un governo di transizione che possa far fronte alle richieste dell’Europa per evitare il default, ipotesi questa che allontanerebbe il temuto e annunciato referendum con il quale la popolazione è chiamata ad esprimersi sulle misure di austerity imposte dall’Europa, arriva a sorpresa l’annuncio da parte della Banca Centrale Europea del taglio dei tassi d’interesse dell’area euro.

La vicenda Bini Smaghi

La vicenda politica italiana, oltre alla questione della lettera d’intenti inviata dal governo italiano a Bruxelles, è smossa ed infervorata anche dal cosiddetto problema Bini Smaghi, l’economista italiano attualmente impiegato nel board della Banca Centrale Europa, che fra qualche mese sarà posta sotto l’egida di Mario Draghi, che in questi ultimi anni ha brillantemente guidato la Banca d’Italia, che, ha detta sia dell’opposizione sia della maggioranza, dovrebbe dimettersi evitando, così, di causare uno “spiacevole incidente con un paese amico come la Francia”.

Le risposte del G4 alla crisi finanziaria

Si sono riuniti sabato 4 a Parigi, convocati dal presidente francese Nicolas Sarkozy, i leader dei quattro Paesi europei appartenenti al G8 (Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna), insieme al presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet e a quello della Commissione europea, Josè Barroso; il summit è stato ribattezzato dai giornali, con poca fantasia, “G4”.

Di fronte ai grandi d’Europa, l’urgente e gravissimo problema sul tappeto: quello della preoccupante crisi finanziaria proveniente dagli Stati Uniti e causata dagli investimenti speculativi in settori rischiosi e pressoché senza controllo.