Poiché invece i tedeschi di Lufthansa sarebbero più propensi a valorizzare l’aeroporto lombardo e non a ridimensionarlo, la conclusione è che il partito di Umberto Bossi sta muovendo tutte le sue pedine perché il famigerato partner straniero che dovrebbe entrare da mesi nell’azionariato della Compagnia Aerea Italiana sia appunto Lufthansa e non Air France.
Compagnia Aerea Italiana
Alitalia sta per tornare a decollare
Il decollo dei primi voli, dopo i rinvii delle settimane scorse, è previsto per il prossimo martedì 13 gennaio, come segnalato nei giorni scorsi da una pagina pubblicitaria apparsa nei maggiori quotidiani del Paese, dove si citano i punti di forza su cui si farà leva: dai “valori della migliore tradizione aeronautica italiana” ad un “nuovo e ampio network di collegamenti” fino a “una flotta moderna ed efficiente”.
Alitalia, molti i punti in sospeso
Per esempio, deve ancora trovare un definitivo chiarimento la travagliata questione del partner estero, cui dovrebbe essere affidata una quota di minoranza della nuova compagnia, fra il 10 e il 20% dell’azionariato, al fine di conferire solidità e credibilità alla nuova azienda senza togliere quella patente di italianità cui il Governo tiene tantissimo. Non si sa ancora però chi la spunterà nell’eterna lotta fra Lufthansa e Air France; e non si può nemmeno escludere che dal cilindro salti fuori un terzo concorrente ancora nell’ombra.
Prestito-ponte all’Alitalia: una tegola pesante sugli italiani
Una tegola che non sorprende nessuno, peraltro, poiché era stata messa in conto ormai da settimane, ma non per questo i suoi effetti sono meno dolorosi. Si tratta della pre-annunciatissima bocciatura da parte della Corte di Giustizia di Bruxelles del cosiddetto “prestito-ponte” pari a trecento milioni di euro che lo Stato aveva fornito a settembre all’Alitalia per continuare a garantire il proprio funzionamento fino al momento del decollo della nuova compagnia.
Ma per le autorità europee il prestito costituisce un illegittimo aiuto di Stato, tale da violare la concorrenza (perché le altre compagnie europee non godono di altrettanti supporti da parte delle autorità statali), e quindi deve essere restituito al bilancio statale.
Piloti, ormai è guerra
In questi giorni la situazione, già tesa, sembra ormai precipitata. I piloti, dopo un’infuocata assemblea sindacale, hanno annunciato di voler tenere ben quattordici giorni (non consecutivi) di sciopero da qui fino alla prossima primavera. La prima data sarà quella del 25 novembre, l’ultima quella del 26 maggio.
E tuttavia, già nella giornata di ieri, lunedì 10, si sono avuti i primi effetti del malumore dei piloti, con effetti devastanti in una giornata in cui già era previsto lo sciopero generale nel settore dei trasporti per motivi legati al rinnovo dei contratti.