Il rapporto di Confindustria

Un nuovo bollettino medico sulle condizioni del nostro Paese. Rimanendo nella metafora potremmo dire che il malato di turno è il nostro caro Paese e il suo sistema economico, che l’ospedale in questione che emette il bollettino medico è il centro studi di Confindustria e che le malattie che hanno contagiato il paziente sono tante e gravi. Come del resto appaiono sconfortanti i sintomi. Tutto ciò per dire che il più recente documento pubblicato dal centro studi di Confindustria sottolinea una volta ancora la situazione terribile della nostra economia nazionale (leggi anche: Evasione fiscale: mancano 545 miliardi di euro).

Il rapporto di Confindustria sul manifatturiero

Il rapporto del centro studi di Confindustria è assolutamente allarmante nei suoi contenuti. Non si tratta di lanciare degli allarmismi da prima pagina, quanto piuttosto di sottolineare una volta ancora lo stato della crisi e le sue conseguenze tanto nel breve quanto nel medio e lungo periodo. Le quali, a quanto pare, appaiono preoccupanti in misura ancora maggiore. Del resto basta leggere anche a grandi linee i dati numerici che emergono dal rapporto del centro studi di Confindustria per comprendere che tutti gli indici sono paurosamente negativi.

L’allarme di Confindustria

Durissimo affondo del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sull’attuale situazione economica del nostro Paese. E anche sul contesto politico in cui ci stiamo muovendo e ancor di più in cui ci siamo mossi negli ultimi mesi. A conti fatti il presidente degli industriali non le manda a dire sottolineando che le misure degli ultimi mesi si sono rivelate alla prova dei fatti assolutamente insufficienti e inutili nel combattere la terribile crisi che ci sta mettendo in ginocchio. Fino ad arrivare alla frase ad effetto che vede il Nord Italia pronto a cadere nel baratro della crisi.

L’allarme di Confindustria

Le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sulla situazione economica, e non solo, del nostro Paese non lasciano ben sperare. In effetti il presidente degli industriali italiani ha più volte ribadito la propria posizione rispetto alla drammaticità del momento che il nostro Paese sta vivendo da molti punti di vista: perché se da un lato è assolutamente innegabile la difficoltà derivante per il nostro Paese dalla congiuntura economica negativa attiva al livello internazionale, dall’altro, è altrettanto innegabile che l’immobilismo della politica italiana non contribuisce ad avviare la strada del miglioramento e della ripresa.

Elezioni 2013: presentata l’Agenda di Confindustria

Presentata ieri a Roma l’Agenda di Confindustria. Sembra contenere le linee guida di politica economica e fiscale di un Paese per quanto è dettagliata. Investe più o meno tutti gli ambiti di governo economico: c’è spazio per la revisione di molte imposte, per la riforma del lavoro, progetti di privatizzazioni, assorbimento dei dettami comunitari e tanto altro. E non manca lo slogan finale sui due milioni di posti di lavoro nel giro dei prossimi cinque anni.

Elezioni 2013: il manifesto di Confindustria

A meno di due mesi dalle elezioni Confindustria fa sentire la propria voce. Non un nuovo movimento politico, nè un avvicinamento al premier uscente che, di fatto, si sta allontanando da tutti gli schieramenti tanto da immaginare che ci sarà alle Elezioni 2013: Monti contro tutti.  Ma un manifesto programmatico da sottoporre pubblicamente ai movimenti in corsa per le elezioni con una lunga serie di idee, proposte, riforme e progetti. E con la loro copertura finanziaria, forse uno degli elementi più interessanti: vale a dire che per ogni progetto e riforma Confindustria pubblicherà anche quanto costa applicarlo e dove trovare le risorse necessarie.

Giovani di Confindustria contro politica, tasse e disoccupazione

Jacopo Morelli, Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori, movimento a vocazione imprenditoriale facente parte della Confederazione Generale dell’Industria Italiana, ha aperto il convegno annuale della propria associazione schierandosi contro la casta politica, ormai irrimediabilmente corrotta, la pressione fiscale, la quale avrebbe ormai raggiunto livelli da vera e propria confisca, e la terribile situazione occupazionale giacché in Italia, come forse saprete, sarebbero oltre 2.000 i posti di lavoro che verrebbero quotidianamente persi dall’industria italiana.

LE TASSE IN ITALIA

E’ forse l’elevata, se non addirittura eccessiva, pressione fiscale attualmente gravante su tutti gli italiani che sta maggiormente a cuore a Jacopo Morelli che da Capri, sede del convegno di cui sopra, dichiara: “Il peso della pressione fiscale per chi le paga onestamente è cresciuto cosi tanto da diventare una confisca. Parole dure ma necessarie a trasmettere l’esasperazione che rimbomba nei capannoni vuoti, negli uffici dismessi, nelle case di quelle famiglie che non possono permettersi più di fare piani per il futuro”

CORRUZIONE DELLA CLASSE POLITICA

All’attenzione di Morelli anche la corruzione della casta politica che rallenta, anche e soprattutto, ma non esclusivamente, dal punto di vista economico e finanziario, l’Italia ed i giovani imprenditori italiani.

CSC conferma recessione Italia

Il Centro Studi di Confindustria avrebbe in queste ultime ore diramato un bollettino, riguardante non solamente l’attuale condizione economico-finanziaria delle principali imprese, aziende ed industrie italiane bensì anche, e soprattutto, la situazione occupazionale dei consumatori italiani, che definire allarmante è, a nostro avviso, ben poca cosa rispetto alla scenari di recessione, pesantissima, che delinea per il futuro della bistrattata economia italiana.

Giorgio Squinzi nuovo presidente Confindustria

La giunta esecutiva di Confindustria, avrebbe nella giornata odierna designato il legittimo successore di Emma Marcegaglia che, sino al 2016, siederà sullo scranno più alto della più importante organizzazione rappresentativa delle imprese manufatturiere e di servizi italiana.

Confindustria ritiene deludente il piano delle riforme

Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, è intervenuto davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul documento di economia e finanza presentato dall’esecutivo nei giorni scorsi.

Confindustria approva gli impegni del governo per quel che riguarda i conti pubblici e le priorità di politica economica indicate tuttavia ritiene deludente il Piano nazionale di riforme, in particolare per quel che concerne le azioni concrete da intraprendere per la crescita e la competitivià del sistema.