Non sono settimane facili per Tonino Di Pietro. L’ex magistrato che ha messo via da tanti anni la toga per intraprendere, anche con discreto successo, la sua avventura politica, sembra, allo stato delle cose, essere prossimo al capolinea. Un capolinea politico, che si intenda, è che, di fatto, non è mai apparso così vicino dopo i risultati elettorali del 24 e del 25 febbraio che hanno estromesso il Tonino nazionale da Montecitorio e che hanno eroso in maniera inequivocabile il consenso che l’Italia dei Valori aveva accumulato nel corso degli anni.
IDV alla resa dei conti
A conti fatti quando un movimento politico subisce una risposta talmente negativa dal risultato delle urne, è normale pensare ad una rifondazione o a una sorta di palingenesi, eppure, nel caso di Tonino Di Pietro e della sua Italia dei Valori c’è qualcosa di più in ballo. E, potremmo dire, che al danno si è aggiunta la beffa nel caso dell’ex magistrato in quanto è paradossale che mentre lui e il suo movimento si avviavano al fracasso, faceva incetta di voti Beppe Grillo supportato da quel Casaleggio che aveva tanti anni fa sostenuto lo stesso Di Pietro. Fatto sta che la portata inaspettata dell’insuccesso ha richiesto una revisione interna (leggi: Renzi sulla paralisi del Paese) che è, potremmo azzardare, solo all’inizio perché, a quanto pare, per l’Italia dei Valori ci si avvicina alla resa dei conti.
La spartizione della cassa
Nell’ambito della revisione interna all’Italia dei Valori il problema principale non rappresentanza la logica dell’acquisizione delle poltrone perché, di fatto, di poltrone da spartirsi non ce n’è neanche una. Il problema principale dipende dal bilancio del partito: quella di Tonino Di Pietro è una cassaforte piena zeppa di soldi, sia sotto forma di liquidità che di prodotti finanziari che di investimenti immobiliari. Vero è che un anno fa, vale a dire per quanto riguarda il bilancio del 2011, la cassaforte era piena più del doppio, ma il partito non si può lamentare di aver chiuso il bilancio del 2012 con più di 16 milioni e mezzo di euro in cassa. Di questi, grosso modo, ci sono 4 milioni e mezzo investiti in banca e più di otto milioni di investimenti finanziari legati a prodotti promossi da Intesa Sanpaolo che hanno avuto un rendimento mostre per i tempi che stiamo vivendo (leggi: Obama si taglia lo stipendio).