Baldelli prevale sulla Santanchè

Simone Baldelli è il nuovo vicepresidente di Montecitorio. La Camera dei Deputati, nella giornata di oggi, ha eletto Simone Baldelli. Una elezione che è arrivata con 274 voti. Nei mesi scorsi si era parlato molto di lui per la parodia che, lo stesso Simone Baldelli, aveva pubblicato sul suo blog personale, una parodia su Laura Boldrini. Ed oggi, finite le votazioni, è stata la stessa Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, ad annunciare la sua elezione con tanto di auguri:

“Ci farà piacere averlo nell’ufficio di presidenza. I miei migliori auguri, complimenti presidente Baldelli”

Roma: eletta Michela Di Biase la fidanzata di Franceschini

Michela Di Biase sarà eletta al di là del ballottaggio

Michela Di Biase la compagna di Dario Franceschini fa segnare un ottimo risultato, riesce ad andare oltre le 3.700 preferenze piazzandosi ottava tra gli eletti del PD al Campidoglio, guadagnadosi l’elezione diretta nel nuovo cosiglio del  comune di Roma. Michela Di Biase è giusto ricordare che non è solo la fidanzata di Dario Franceschini ma è laurata in storia dell’arte ed è cresciuta nel quartiere Alessandrino. Oggi lavora in zienda pubblica e nel passato ha prestato servizio civile presso il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Dal suo sito personale si legge che ha iniziato a fare politica nel suo quartiere prima attraverso associazionismo e poi è approdata nelle file dei DS. Giovanissima a soli 26 anni (essendo nata il 17 ottobre 1980) nel 2006 viene eletta consigliere al VII Municipio, occupandosi di politiche giovanili e questione femminile. Attualmente al di là di vestire a breve la carica di consigliere comunale al Compidoglio, riveste la carica di vice presidente regionale del PD lazio

Scontro Berlusconi – Bersani sul governissimo

Prove sempre più difficili di dialogo tra Berlusconi e Bersani. Con l’inserimento di Beppe Grillo e del suo Movimento a Cinque Stelle che il prossimo Presidente della Repubblica lo vuole scegliere su internet. Nulla di più complesso in questo frangente della vita politica del nostro Paese: e nulla di più inutile proprio in un momento come questo laddove le parole d’ordine dovrebbero essere serietà e rapidità. Fatto sta che sono passati quasi due mesi dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio e l’incertezza impera ancora.

No alle commissioni permanenti

Nell’ambito della complessa agenda politica del nostro Paese, un nuovo focus intorno a cui si sta concentrando il dibattito negli ultimissimi giorni è quello che ruota intorno alle commissioni parlamentari. In effetti l’innesco della nuova polemica in merito al ruolo e alla minaccia di occupazione delle commissioni parlamentari lo hanno acceso i grillini con le dichiarazioni incendiarie dei capigruppo del Movimento a Cinque Stelle alla Camera e al Senato Roberta Lombardi e Vito Crimi.

M5S e l’occupazione delle commissioni

Nuovi fuochi d’artificio da parte del Movimento a Cinque Stelle. A conti fatti, la presenza nell’Aula di Montecitorio e di Palazzo Madama dei neoeletti del movimento guidato da Beppe Grillo rappresenta senza ombra di dubbio la principale novità del panorama politica del nostro Paese. E, con una dose calcolata e ben ponderata di rischio, potremmo indicare la presenza dei rappresentanti del Movimento a Cinque Stelle come una delle più grosse novità degli ultimi decenni della storia repubblicana del nostro Paese.

Di Pietro: batosta elettorale e tesoretto

Non sono settimane facili per Tonino Di Pietro. L’ex magistrato che ha messo via da tanti anni la toga per intraprendere, anche con discreto successo, la sua avventura politica, sembra, allo stato delle cose, essere prossimo al capolinea. Un capolinea politico, che si intenda, è che, di fatto, non è mai apparso così vicino dopo i risultati elettorali del 24 e del 25 febbraio che hanno estromesso il Tonino nazionale da Montecitorio e che hanno eroso in maniera inequivocabile il consenso che l’Italia dei Valori aveva accumulato nel corso degli anni.

Intesa Berlusconi – Bersani ?

 

Prove di intesa tra Berlusconi e Bersani. Da un lato il leader del Pdl e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi, dall’altro il leader del Partito Democratico e della coalizione di centrosinistra sembra, e lo ripetiamo, sembra, stiano venendo ad un accordo. E sembra anche che i margini di trattativa siano ben avviati. Nei fatti da più parti l’intesa, o comunque, il dialogo tra i due leader era stato ventilato e, in qualche caso, sollecitato, ma, a quanto pare,  i lavori sono ben avviati.

Renzi sulla paralisi del Paese

Di nuovo Matteo Renzi alla ribalta. Dal punto di vista formale a parlare è il sindaco di Firenze, il primo cittadino del capoluogo toscano uscito sconfitto dalle primarie interne al Partito Democratico per mano di Pierluigi Bersani. Eppure, in più di un’occasione, il nome di Renzi è stato riproposto per far guadagnare qualche punto di consenso al Partito Democratico durante queste settimane di paralisi istituzionale (è passato ben più di un mese ormai dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio). Nella fattispecie il messaggio di Matteo Renzi è molto semplice: si tratta di un invito rivolto a tutta la classe politica italiana a risolvere quanto prima la paralisi post elettorale.

I saggi: dieci giorni di tempo

 

La nuova fase della politica italiana ha avuto inizio oggi. A conti fatti i toni da svolta epocale mancano perché da un lato non c’è voglia di calare un alone di novità ad una soluzione che rimane pur sempre una soluzione emergenziale, e, dall’altro, perché parlare di svolta epocale con una serie di saggi e di nomi che, di fatto, entrano ed escono dal mondo della politica da più di uno o due decenni non avrebbe molto senso. Fatto sta che l’extrema ratio proposta nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica, quella de I saggi di Napolitano, ha preso il largo nella giornata di oggi.

M5S contro i saggi di Napolitano

La scelta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare due gruppi di saggi è una scelta sui generis. Si tratta di una forzatura, o meglio di un precedente quasi unico nel suo genere in quanto si tratta di un’ennesima fase di consultazioni, ma portate vanti in modo assolutamente irrituale. A conti fatti, questa volta, nel nostro Paese, dopo le consultazioni del Capo dello Stato, dopo le consultazioni del Presidente del Consiglio che ha ricevuto l’incarico, adesso, le consultazioni saranno condotte da una decina di tecnici. Anche se formalmente non si tratterà di consultazioni ma di trattative punti di convergenza su cui i differenti partiti si diranno d’accordo a formare un governo di scopo.

Napolitano, incarico a Bersani

 

Il primo passo per uscire dallo stallo in cui le elezioni del 24 e del 25 febbraio hanno gettato il nostro Paese è stato fatto. Potremmo dire anche che il dado è tratto per dare enfasi a quanto accaduto ieri, ma dovremmo contemporaneamente non abbandonare la misura. Diciamo che il Capo dello Stato non ha fatto scelte azzardate (leggi: L’incarico a Bersani?) e si è limitato a fare la cosa più ovvia, vale a dire a dare l’incarico a chi ha avuto la maggioranza alla Camera dei Deputati. Fermo restando che in questo caso non è detto che Bersani incassi la fiducia al Senato.

L’incarico a Bersani ?

 

Bersani vuole governare, Napolitano è titubante e le altre forze politiche sono in attesa di nuovi sviluppi. Il rito delle consultazioni di è ormai concluso, ma a quanto pare, le difficoltà che sulla carta si erano, in maniera intuibile, già previste prima dell’avvio delle consultazione non si sono dipanate. Perché la matassa è ingarbugliata, il Paese è indiscutibilmente fermo e la fase di stallo, tendenzialmente una fase di passaggio che caratterizza tutti i periodi immediatamente successivi alle elezioni politiche, questa volta è più lunga del previsto.