L’Italia è in recessione

Poco giorni fa segnalavamo, alla vigilia dell’approvazione dal parte del governo della manovra salva-Italia lacrime e sangue, come l’OCSE, il più importante organismo internazionale di tutela e cooperazione economico-finanziaria tra gli Stati, la cui azione si estende su ogni angolo del globo, l’Italia potesse conoscere una fase recessiva a partire dal 2012 e i cui effetti, di conseguenza, si sarebbero fatti sentire soprattutto nel 2013 a causa del mancato raggiungimento del pareggio di bilancio.

Oggi Emma Marcegaglia, leader di Confindustria che più volte, sebbene contraria ai propri interessi, ha dichiarato come la manovra sia necessaria più che mai, è arrivata a ribadire il concetto dell’OCSE sostenendo, però, come l’Italia, in realtà, starebbe già vivendo una serissima fase di recessione che si perpetrerà almeno sino alla fine del 2013.

Marcegaglia: azione governo non sufficiente

È arrivata dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia una pesante critica al governo attuale, nel corso di un’intervista nella trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio.

La Marcegaglia ha dichiarato che il governo ha tenuto a posto i conti pubblici nei primi mesi di crisi, riuscendo ad evitare situazione stile Spagna e Portoglallo, però da sei mesi ad oggi l’azione del governo non è stata sufficiente.

La Marcegaglia chiede le riforme

La crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero rischia di diventare un macigno per l’economia italiana. A dirlo è la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che spiega che la ripresa si potrà vedere solamente dopo la seconda metà del 2010.

Nel frattempo è probabile che il tasso di disoccupazione si porti al livello preoccupante del 9,3% che risulta essere il tasso subito nel 2000 quando la situazione italiana era disastrosa. Durante questo periodo che porterà ad una lenta ripresa l’economia italiana potrà vedere lasciati per strada 1 milione di posti di lavoro tra licenziamenti e cassa integrazione.

Aiuti per piccole imprese

Il senatore e ministro delle riforme Umberto Bossi in una intervista rilasciata all’uscita da Montecitorio chiede che vengano ascoltate le parole del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che durante una conferenza ha chiesto che il Governo vari un provvedimento per garantire soldi veri alle imprese italiane in grave crisi.

CGIL non firma l’accordo sulla riforma dei contratti

Ieri è stato firmato l’accordo tra il governo e tutte le sigle sindacali principali tranne il sindacato dei lavoratori comunista CGIL guidato da Epifani.

La CGIL non ha voluto firmare l’accordo per la riforma dei contratti di lavoro poichè, a detta di Epifani, tale riforma non compenserebbe il reale andamento dell’inflazione. Tutte le altre sigle sindacali formate da CISL, UIL, UGL, ma anche la confindustria capitanata da Marciagaglia, hanno firmato l’accordo seguendo così l’appello del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Letta che invitava le parti a prendere atto della crisi.

Dalle parti sociali giudizi altalenanti sul decreto

È tiepido il commento del segretario generale di Confindustria Emma Marcegaglia sul complesso dei provvedimenti varati la settimana scorsa dal Governo col famoso decreto anti-crisi. Secondo l’imprenditrice, la direzione imboccata è certamente quella giusta, ma tuttavia occorreva fare di più e di meglio, soprattutto in chiave strutturale.

La Marcegaglia apprezza le aperture sulla deducibilità dell’IRAP e il potenziamento della detassazione dei premi sulla produttività, ma si aspetta molto di più in altri settori, a partire dall’energia. Per la rappresentante degli industriali, l’Italia dovrebbe accelerare il suo ritorno al nucleare (“Un’opzione voluta ormai da metà degli italiani”), al fine di ridurre la dipendenza dall’estero e i costi complessivi dell’approvvigionamento energetico.