Restano allarmanti i dati sulla disoccupazione in Italia che cresce ancora segnando un trend negativo che coinvolge anche altri paesi dell’europa meridionale come Spagna, Grecia e Francia. Oggi si è svolto a Roma il vertice europeo sul lavoro, che ha visto la partecipazione dei ministri del lavoro e delle finanze di Germania, Francia e Spagna. Letta ha diretto i lavori del vertice invitando tutti a concentrarsi sulla questione lavoro che non può più essere rimandata, “il tempo è scaduto”, basta con i proclami bisogna soltanto intervenire al più presto.
enrico letta
Il decreto del fare
Il governo di unità nazionale del presidente del consiglio Enrico Letta si sta preparando in questi giorni al prossimo appuntamento europeo di indiscutibile rilevanza. Stiamo facendo riferimento, nella fattispecie, al prossimo vertice europeo in programma per il 27 di questo mese e in avvicinamento al quale il nostro presidente del Consiglio vuole arrivare preparato. E, in questo caso, la preparazione che Enrico Letta e la maggioranza vogliono approntare è una preparazione concreta sia nei toni che nella sostanza prova ne sia che è allo studio il cosiddetto decreto del fare.
Letta e il ruolo di Berlusconi nel governo
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha parlato a tutto tondo dell’attuale momento politico e ne possiamo ricavare un vero e proprio punto della situazione che può essere abbastanza utile sia a verificare lo stato di salute attuale del governo di unità nazionale che, forse, ancora più utile, per comprendere le prossime mosse dell’attuale esecutivo. Del resto il premier Letta è stato incalzato su una lunga serie di argomenti: la crisi, la politica economica e fiscale, le prossime scadenze europee, le priorità in agenda, la legge elettorale, il comitato per le riforme costituzionali e la validità stessa dell’attuale impalcatura istituzionale.
La presidenza delle commissioni bicamerali
Sembra risolversi uno dei tanti impacci, busillis o incidenti di percorso che hanno messo per settimane il bastone tra le ruote al governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Ci stiamo riferendo, in questa occasione, all’accordo raggiunto in merito alla presidenza delle commissioni bicamerali e alla giunta di palazzo Madama. Per dovere di cronaca ci teniamo a precisare che mancano ancora tutti i crismi dell’ufficialità necessari in occasioni del genere a rendere effettive le nomine ma l’indiscrezione proveniente da fonti interne alla maggioranza sembra assolutamente attendibile (leggi: La commissione per le riforme costituzionali).
La commissione per le riforme costituzionali
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato la commissione per le riforme costituzionali e i suoi 35 componenti. Lo ha fatto tramite un decreto ad hoc nell’ambito del quale verrà nominato anche un comitato per la redazione del rapporto finale in merito al lavoro della commissione per le riforme costituzionali stessa. I 35 componenti della commissione pronta ad insediarsi verranno ricevuti tutti insieme nel pomeriggio di domani al Quirinale dove li accoglieranno il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del consiglio Enrico Letta (leggi: Il cronoprogramma di Napolitano).
Il cronoprogramma di Napolitano
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha compilato l’agenda di governo, o meglio, ha dato una tempistica in merito al limite massimo entro il quale approntare le riforme per le quali è stato creato quasi ad hoc l’attuale governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Il limite temporale è fissato per 18 mesi, quindi un anno e mezzo dal suo insediamento e, nell’ottica del Capo dello Stato, si tratta di un lasso di tempo necessario a portare a casa le riforme istituzionali necessarie per il riassetto e la ripartenza del nostro Paese.
Grillo contro Letta e Napolitano
Di nuovo Beppe Grillo alla ribalta. Il leader del Movimento a cinque Stelle, nelle ultimissime settimane, sta monopolizzando una volta ancora le edizioni di telegiornali e dei principali quotidiani nazionali e non per i suoi attacchi. I destinatari sono abbastanza facili da individuare perché, con una battuta semi seria, potremmo dire che i destinatari degli strali di Beppe Grillo sono tutti. E quando si parla di tutti si fa riferimento in modo pressocchè univoco e indistinto all’intera classe politica del nostro Paese.
Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti dal 2017
L’Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti
L’annuncio dell’approvazione del DDL che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è arrivato direttamente tramite twitter con un tweet del Presidente del Consiglio Letta. Il consiglio dei ministri ha approvato questa decreto legge che sarà in vigore dal prossimo anno e sarà graduale fino ad arrivare nel 2017 alla totale abolizione del finanziamento pubblico che non scompare del tutto essondoci la possibilità di donare il 2 per mille ai partiti sul 730 da parte dei cittadini. Sono conteplati nel ddl solo i partiti con statuto, che perderanno il finanziamento pubblico ma che potratto usufruire di sgravi fiscali su ogni tipo di spesa connessa alla loro organizzazione sul territorio e la concessione gratuita di spazi e servizi per la loro attività.
I dati Istat sulla disoccupazione in Italia
Il problema della disoccupazione all’interno del nostro Paese è di portata enorme. In effetti se ne fa un gran parlare, come è giusto che sia: si tratta di uno di quegli argomenti che rimane sempre presente, semmai anche solo sotto traccia, all’interno dell’agenda politica del nostro Paese e che poi, in modo ciclico, si ripresenta in modo prepotente in contemporanea con una qualche esternazione o con la pubblicazione dei dati dell’Istat. E, per quanto ci riguarda, oggi ne parliamo proprio in concomitanza con la pubblicazione dei dati Istat sulla disoccupazione in Italia nel primo trimestre del 2013.
Renzi contro Letta: “basta vivacchiare”
Renzi contro Letta e la lentezza del governo
Matteo Renzi non ha perso tempo nell’esprimere un suo commento nei confronti della mancata votazione della mozione di Roberto Giacchetti per un ritorno al Mattarellum. A Roma alla presentazione del suo ultimo libro “oltre la rottamazione” Renzi contro Letta ha lanciato delle frecciatine precise che vanno nella direzione del suo governo delle larghe intese che per il sindaco di Firenze sembra sempre più un governo delle lunghe attese. L’attacco di Renzi contro Letta ha riaperto la discussione all’interno del PD a pochi giorni dalla tregua sancita con le comunali.
Governo Letta: Stop al finanziamento pubblico ai partiti
Eliminare il finanziamento pubblico ai partiti
Arriva l’ok da parte del governo Letto all’eliminazione totale o almeno parziale del finanziamento pubblico ai partiti. Verrà dato più spazio all’intervento dei privati cittadini che sostengono un partito con propri versamenti che verranno ovviamente tracciati e resi noti. Questa diciamo che è la linea guida dell’accordo trovato dal Consiglio dei Ministri nel varare un decreto legge che vada nella direzione del ridurre al minimo il finanziamento pubblico ai partiti.
La fiducia degli italiani nel governo Letta
Il governo di unità nazionale o di ampia coalizione che dir si voglia vive ogni giorno nuove tensioni all’interno del Parlamento e anche all’interno della sua stessa squadra. In effetti si poteva facilmente intuire che le frizioni o sarebbero state all’ordine del giorno per una serie di ragioni differenti ed eterogenee: in primo luogo per la difficoltà oggettiva dei problemi che il governo Letta si ritrova nella propria agenda, e in secondo luogo per la composizione trasversale e molto ampia della sua stessa squadra. Perché è normale che mettendo insieme Partito Democratico e Popolo della Libertà la tensione è sempre dietro l’angolo.